martedì 31 marzo 2015
Intesa Adf-Autorità anti corruzione
[Son di Prào o voglio essè rispettào, pos'ì ssasso e mang'ì
bbào. Sono di Prato e voglio
essere rispettato, posa il sasso e mangia il verme. Frase toscana] Il
presidente di Adf Marco Carrai e l'amministratore delegato Vittorio Fanti hanno
sottoscritto oggi un protocollo di intesa con il presidente dell'Autorità
nazionale contro la corruzione Raffaele Cantone per lo svolgimento
dell'attività di vigilanza collaborativa preventiva finalizzata a verificare la
conformità degli atti di gara alla normativa di settore, all'individuazione di
clausole e condizioni idonee a prevenire tentativi di infiltrazione criminale,
nonché al monitoraggio dello svolgimento della procedura di gara e dell'esecuzione
dell'appalto per il potenziamento dell'Aeroporto di Firenze. A Palermo la Gesap
ha le tre badanti, ha intitolato l’aerostazione a Falcone e Borsellino … dunque
pensava di essere immune da ipotesi di reato e varie forme di corruzione, ma
molto probabilmente non è così. Anzi gli inquirenti stanno cercando di
smantellare una rete di complicità e coperture consolidate in dieci anni di
gestione allegra. L’azionista argentino sembra fare le cose per bene, ma la
classe politica e i sindacati sono contenti di restare pubblici. Per il presidente Carrai “si tratta di un
passaggio fondamentale in cui crediamo molto. L'aeroporto é un bene comune e la
sua riqualificazione sarà in parte finanziata con fondi pubblici. Per questo
motivo pretendiamo la massima trasparenza dei nostri atti e con la firma di
questo protocollo apriamo i nostri uffici al gruppo di lavoro del dottor
Cantone, persona che ha ampiamente dimostrato di saper conciliare rispetto dei
tempi e delle norme per grandi interventi infrastrutturali. Vogliamo dimostrare
che quando una politica lungimirante incontra imprenditori seri e determinati
anche in questo paese è possibile creare opportunità e realizzare grandi opere
nei tempi giusti e nel pieno rispetto delle leggi”. In Sicilia manca una classe
politica lungimirante e gli imprenditori sono latitanti.
L’IRAN SEMPRE PERICOLASA
[Essere come il ceppo del battuto. Che le busca sempre. Frase toscana] Sono ormai ad un punto cruciale i
negoziati sul programma nucleare iraniano tra Teheran ed il cosiddetto gruppo
dei 5+1, ovvero Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania. Su molti
aspetti è stata raggiunta un'intesa, ma su altri si sta ancora negoziando in
vista della scadenza del 31 marzo, che i negoziatori si sono autoimposti per un
accordo preliminare da siglare definitivamente entro giugno. A Losanna si
lavorerà fino a tarda notte per risolvere le “delicate questioni” che ancora
sono da ostacolo all'accordo sul dossier nucleare iraniano. Lo ha detto il
segretario di Stato americano John Kerry che si trova nella cittadina svizzera
assieme agli altri capi della diplomazia del Gruppo 5+1 e dell'Iran. “Ci sono
ancora delle questioni difficili. Ci stiamo lavorando alacremente. Continueremo
fino a tarda sera e naturalmente anche per tutto domani”, ha detto Kerry alla
Cnn, aggiungendo che “tutti conoscono il significato di domani”, cioè la
scadenza ultima per un accordo. Alla vigilia della scadenza del termine per un
accordo sul nucleare, funzionari iraniani mettono in dubbio il successo delle
trattative rimettendo in discussione uno degli elementi critici dell'accordo:
la disponibilità di Teheran al trasferimento in Russia del proprio combustibile
nucleare. Lo riporta il New York Times. “L'esportazione di scorte di uranio
arricchito non è nel nostro programma e non intendiamo inviarle all'estero”, ha
dichiarato Abbas Araghchi ai media iraniani. Secondo quanto riferisce il New
York Times, funzionari occidentali, confermando l'esitazione dell'Iran sul
trasferimento del carburante, insistono che ci sono altri modi di trattare con
il materiale. L'opzione principale, riferiscono, è la miscelazione in una forma
più diluita. A seconda dei dettagli tecnici questo potrebbe rendere il processo
di arricchimento per uso militare molto più lungo, o forse quasi impossibile.
Tuttavia, la rivelazione che l'Iran sta insistendo sul mantenimento del carburante
potrebbe costituire un potenziale ostacolo in un momento critico delle
trattative. E per i contrari all'accordo al Congresso Usa, in Israele e nei
Paesi arabi sunniti come l'Arabia Saudita, la prospettiva di lasciare grandi
quantità di
combustibile nucleare in Iran, in qualsiasi forma, è destinata a
intensificare la loro già forte opposizione politica. Se si dovesse giungere a
un accordo che consente a Teheran di mantenere il carburante, l'amministrazione
Obama potrebbe sostenere che questo non sarebbe un rischio, particolarmente se
potrà essere ispezionato. Finora, in virtù di un accordo interinale negoziato
nel 2013, l'Iran ha rispettato pienamente i rigorosi processi di ispezione per
le scorte del suo carburante, riferisce l'Agenzia internazionale per l'energia
atomica. Non è chiaro quale forma prenderebbe il carburante se dovesse rimanere
in territorio iraniano. Stretta finale per l'accordo sul nucleare iraniano in
vista della scadenza del 31 marzo. L'intesa tra le potenze occidentali e
Teheran ancora non sarebbe stata raggiunta, ma in queste ore si sta trattando
freneticamente. E ad indicare che si è ad un punto decisivo non sono solo le
indiscrezioni di stampa che parlano di un accordo vicino, ma anche il fatto che
il segretario di Stato americano John Kerry ha annullato il suo rientro negli
Usa per restare a Losanna a trattare. Così come restano i ministri degli Esteri
iraniano, tedesco, francese e l'alto rappresentante Ue Federica Mogherini. Di
fronte alle voci che rimbalzano dalla Svizzera, il premier israeliano Benyamin
Netanyahu ha ribadito oggi da Gerusalemme - all'inizio della consueta riunione
domenicale del governo - il netto rifiuto di Israele nei confronti di una
possibile intesa. L'accordo con l'Iran, ha detto, va oltre le peggiori “paure di
Israele”. “L'asse Iran-Losanna-Yemen - ha aggiunto Netanyahu - è pericoloso per
l'umanità e va fermato”. Numerose fonti a Losanna oggi hanno riferito della
volontà delle parti di esplorare i possibili compromessi per arrivare
all'accordo, pur ammonendo dal considerare già fatta l'intesa a causa della
presenza di alcuni punti morti. Il dipartimento di Stato Usa, motivando la
decisione di Kerry di rinviare il suo rientro in patria per partecipare ad un
evento dedicato alla memoria del senatore Edward Kennedy, ha invocato lo stato
“dei negoziati in corso in Svizzera”. Dando così - secondo alcuni commentatori
- la possibile dimensione dello stato dei lavori a cui si è giunti nella città
svizzera. Questo non vuol dire, come hanno precisato ad Haaretz fonti Usa, che
non ci siano ancora differenze e distanze con l'Iran su alcuni temi
particolari. Le distanze
riguarderebbero la durata dell'accordo tra i '5+1' e
l'Iran (tra gli 11 e i 15 anni, vogliono le potenze mondiali, mentre Teheran
punterebbe ad una durata minore); le ricerche e lo sviluppo delle centrifughe
iraniane e infine la rimozione delle sanzioni (ovvero se debba essere immediata
o graduale). Anche un alto negoziatore iraniano - citato dalla Press Tv - ha
negato notizie stampa sulla possibilità che Teheran abbia accettato nuove
restrizioni nel suo programma di arricchimento dell'uranio. La stessa fonte ha
spiegato che le notizie contengono “punti inaccurati, compresa la spedizione di
uranio dall'Iran alla Russia”.Netanyahu si è tuttavia scagliato a testa bassa
contro l'accordo, che anche secondo la tv israeliana Canale 2 sarebbe ad un
passo. Ed ha espresso “la profonda preoccupazione di Israele” per la possibile
intesa di Losanna. Mentre in Svizzera si discute, ha spiegato, “gli emissari
dell'Iran nello Yemen cercano di conquistare parti estese del Paese nel
tentativo di assumere il controllo degli Stretti di Bab el Mandab. Cosa che -
ha concluso - cambierà gli equilibri nella navigazioni e nelle forniture di
petrolio”. Lo stesso ministro della Difesa Moshe Yaalon ha definito “pessimo
l'accodo”, aggiungendo che l'Iran sta avendo “successo nel farsi beffe del
mondo”. Un Iran sulla soglia del nucleare, ha ammonito, potrebbe essere “una
tragedia non solo per i regimi moderati del Medio Oriente ma anche per l'intero
occidente”. Ed anche la stampa israeliana, sia quella filo governativa sia
quella contraria, come Yediot Ahronot, ha parlato dell'intesa come “pura
follia”. Ed ha aggiunto che le forze armate di Israele e i suoi servizi segreti
hanno già avuto ordine di organizzarsi per far fronte alla nuova situazione “e
per poter neutralizzare quella minaccia in qualsiasi momento”.
lunedì 30 marzo 2015
Nigeria verso il ballottaggio
[Giustizia e sanità, amaru chi 'un ne ha. Giustizia e salute, infelice chi non ne ha. Detto
calabrese] L'Unione africana si è detta soddisfatta delle elezioni politiche in
Nigeria, invitando i partiti a rivolgersi ai tribunali per risolvere eventuali
controversie. La missione dell'Unione africana ha annunciato che il voto si è
tenuto in un clima pacifico e in un contesto che soddisfa i principi
democratici. Parere confermato da Attahiru Jega, presidente della commissione
elettorale indipendente. “Siamo felici che le elezioni si siano svolte
pacificamente in un numero consistente di seggi in tutto il paese, incluso il
Nord-est dove la commissione è riuscita a organizzare anche il voto dei
profughi”, ha detto Jega. Le forze dell'ordine, tuttavia, hanno dovuto
impiegare gas lacrimogeni contro migliaia di dimostranti radunati davanti alla
commissione elettorale dello Stato di Rivers, nel sud della Nigeria, per
chiedere nuove votazioni. I dimostranti accusavano il governo e gli scrutatori
di brogli ai seggi durante le operazioni di voto. “Vogliamo votare, spiega un
manifestante, ieri non mi hanno fatto votare”. “La commissione elettorale deve
fissare una nuova data e riconvocare le elezioni perché si possa votare
onestamente, ribadisce un candidato. Dobbiamo potere votare. Vogliamo solo
votare”. Il presidente della Commissione elettorale Jega ha confermato di aver
ricevuto denunce dallo Stato di Rivers, promettendo un'inchiesta. Per quanto
riguarda l'esito del voto, secondo i primi sondaggi si sta profilando un testa
a testa tra il presidente uscente Goodluck Jonathan e l'ex capo del governo
militare Muhammadu Buhari. Decine di donne nigeriane costrette a sposare i
combattenti di Boko Haram sono state massacrate dai loro “mariti” prima di una
battaglia con le truppe governative nella città di Bama, nel Nord-Est della
Nigeria. Stando a quanto riferito alla France presse da diversi testimoni, i
jihadisti in fuga davanti all'avanzata dell'esercito hanno ucciso le donne per
evitare che potessero risposarsi con i soldati, ossia dei non musulmani. La
città di Bama è stata riconquistata lunedì scorso dalle truppe nigeriane. “I
terroristi hanno detto che non volevano che le loro mogli sposassero degli
infedeli”, ha raccontato Sharifatu Bakura, 39 anni, madre di tre bambini.
Secondo il racconto della donna, confermato da quello di altri testimoni, i
combattenti di Boko Haram avevano avuto la soffiata dell'imminente offensiva
dell'esercito alla loro ex roccaforte nello Stato di Borno, decidendo così di
fuggire e di riparare nella vicina città di Gwoza; ma prima di fuggire hanno
ucciso “le loro mogli in modo che nessuno potesse risposarle”. Il marito di
Bukara è stato ucciso dai jihadisti quattro mesi fa, ma la donna non è stata
costretta a sposare un combattente perché in stato di gravidanza. Boko Haram ha
costretto decine di donne di Bama a convolare a nozze con i miliziani dopo aver
conquistato la città, nel settembre 2014. Secondo i testimoni, il massacro
delle donne è iniziato una decina di giorni prima che Bama venisse liberata. Gli
islamisti hanno detto che “se uccidevano le loro donne, loro sarebbero rimaste
pure fino a quando non si incontreranno di nuovo in cielo, dove si riuniranno”,
ha raccontato un altro testimone, Salma Mahmud. Un miliziano di un gruppo di
autodifesa che ha partecipato alla riconquista di Bama, Abba Kassim, ha detto
di aver visto “decine di cadaveri di donne”.
Alba Star alla conquista del mercato italiano
[Io torno do muorto e vuie dicite ch’è vivo. Io torno dall’aver visto il morto e voi dite che è vivo. Frase napoletana] Con quattro aerei in flotta la spagnola Alba Star va a coprire le richieste del turismo religioso e anche di quello vacanziero sul mercato italiano. “Una macchina è dedicata al traffico su Lourdes da tutta Europa, un’altra al mercato spagnolo e le restanti due a quello italiano per i maggiori tour operator verso le isole spagnole e la Grecia, da Atene agli arcipelaghi”, spiega il chief operating officer Giancarlo Celani. L’ex manager Livingston crede in un charter dal rapporto qualità-prezzo competitivo e spiega: "è una tipologia di servizio che ha i suoi alti e bassi, ma è funzionale al pacchetto tutto compreso se riusciamo a tararci su un rapporto di pricing competitivo”. Il quarto 737 sarà operativo da aprile e il suo arrivo va a sostenere l’investimento su Lourdes, servita con due frequenze alla settimana da Roma, dal 22 giugno al 15 settembre. “Abbiamo osservato i dati di traffico, sempre ottimali sulla destinazione meta di pellegrinaggi – argomenta Celani -. Offriremo anche il trasporto ai malati, con le barelle”. I voli sono prenotabili online b2c e dalla prossima settimana sui Gds grazie a un code sharing con una compagnia aerea danese che mette il suo codice W2. Nel 2014 con tre aerei Alba Star ha trasportato 200mila passeggeri per un giro d’affari di 30 milioni.
Un nuovo libro su Steve Jobs
[Trasire e spighette e metterse e chiatto. Entrare di fianco e poi allargarsi comodi. Frase napoletana] Tim Cook voleva donare parte del suo fegato a Steve Jobs, per farlo sopravvivere, ma il co-fondatore di Apple rifiutò. La storia, che dimostra il forte legame tra nuovo e vecchio amministratore delegato di Cupertino, è raccontata in un nuovo libro che uscirà a breve e si intitola "Becoming Steve Jobs". È scritto da due reporter statunitensi, Brent Schlender e Rick Tetzeli, ed è basato sulle interviste alle persone più vicine a Jobs a partire dalla moglie, Laurene Powell. Dopo che a Jobs fu diagnosticata la malattia, nel 2009 aveva bisogno di un trapianto. Tim Cook scoprì che aveva in comune con lui non solo un raro gruppo sanguigno ma che era anche compatibile per la donazione, voleva donare una parte di fegato. Essendo un organo che si rigenera, con il trapianto si poteva così sperare in una cura del tumore. Dopo essersi sottoposto a tutte le analisi cliniche ed essere sicuro della compatibilità e di non correre nessun rischio, Tim Cook propose l'intervento ma Steve Jobs rifiutò e anche in malo modo. "Scattò sul letto e mi disse No! Non ti permetterò mai di farlo", racconta Cook nel libro e aggiunge "Steve mi ha urlato contro in 13 anni di conoscenza solo quattro o cinque volte e questa è stata una di quelle". Nel libro che uscirà il 24 marzo ed è il secondo grande approfondimento sulla vita di Jobs dopo la biografia scritta da Walter Isaacson, si parla anche di Apple Tv e del fatto che Steve Jobs volesse comprare Yahoo! Oltre a Tim Cook e Laurene Powell, i due autori hanno intervistato anche il designer di Apple, Jon Ivy. Uno dei giornalisti che ha lavorato al libro, Rick Tetzeli, lavora alla testata Fast Company che ha pubblicato stralci del volume. Una foto in bianco e nero del 1972 che ritrae il fondatore di Apple, Steve Jobs, ai tempi del liceo, con i capelli lunghi e un'espressione serafica, è all'asta su eBay con un prezzo di partenza di 4.999.98 dollari. La foto, venduta insieme all'annuario del liceo che la contiene, è stata messa all'asta 9 giorni fa, con la possibilità di comprarla per 13mila dollari. A vendere l'annuario è la sorella di un compagno di scuola di Jobs. Parlando con il sito Cultofmac.com, la donna ha spiegato che ai tempi della scuola era amica della sorella di Jobs, Patty, mentre suo fratello frequentava alcune corsi con il fondatore della Apple all'Homestead High School di Sunnyvale, in California.Nell'annuario, oltre alla foto del diciassettenne Jobs, ci sono quelle della sorella Patty, di Mark Wozniak, fratello del cofondatore di Apple Steve Wozniak, dell'insegnante di elettronica di Jobs, John McCollum, e del musicista Roy Zimmerman. Quello con la foto di Jobs non è l'unico annuario in vendita su eBay, ma sembra tra i più costosi. L'annuario con la foto del fondatore di Facebook Mark Zuckerberg è acquistabile per 999,99 dollari, mentre per quello universitario del Ceo di Apple Tim Cook bastano 18,85 dollari.
L'acqua in Italia costa 355 euro anno
[Acquaiò, l’acqua è fresca? Manc’a neva! Acquaiuolo, l’acqua è fresca? Nemmeno la neve! È così fresca. Frase napoletana] Italia, Paese dalle reti idriche 'colabrodo' e da tariffe per l'acqua che continuano a crescere. Aumentano le tariffe del servizio idrico integrato: l'acqua costa il 6,6% in più rispetto al 2013 e il 52,3% in più rispetto al 2007; una famiglia italiana ha speso nel 2014 in media 355 euro all'anno, con un picco che spetta a Firenze come città più cara con 563 euro. Questa la fotografia scattata dal report, sui costi sostenuti dai cittadini per il servizio idrico integrato nel corso del 2014, realizzato dall'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva e presentato in occasione della Giornata mondiale dell'acqua (che si celebra il 22 marzo). Dall'analisi emerge anche che le reti del nostro Paese sono come un 'colabrodo': una dispersione che arriva fino al 60% in casi come quello della Calabria e del Lazio; il che, tradotto, significa che per avere 40 litri d'acqua si devono immettere in rete 100 litri, lasciando che altri 60 litri si perdano nei tubi. Va male anche in Basilicata dove le perdite arrivano al 58% e in Abruzzo (53%), in Sicilia (49%) e in Campania (46%). Le regioni meno 'sprecone' sono la Valle d'Aosta (20%) e il Trentino Alto Adige (26%). In media però l'Italia perde il 37% delle proprie risorse idriche acqua nel suo viaggio lungo gli acquedotti, con un aumento del 3% rispetto al 2013. Cittadinanzattiva mette poi in rilievo anche i "disservizi", catalogandoli in base alle aree geografiche, a cominciare dal "caso dell'arsenico nell'acqua in alcuni quartieri di Roma nord" e "il superamento dei limiti" sempre di "arsenico e fluoro" nei comuni in provincia di Viterbo, o il caso di richiesta di pagamento di alcuni conguagli tariffari, in diverse parti del Paese, riferiti ad anni precedenti. "È necessario - spiega la responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva, Tina Napoli - nell'ambito dei servizi idrici garantire a tutti l'accessibilità e la qualità del servizio e ridurre la dispersione idrica". Oltre a Firenze, il podio delle città più care è occupato da altre due toscane: a Prato e Pistoia il costo
dell'acqua è 563 euro all'anno; a seguire Grosseto e Siena (562 euro). Mentre la meno cara è Isernia, dove si spendono 120 euro all'anno; al secondo posto c'è Milano con 136 euro (con un aumento dell'8,7%). Le regioni centrali si caratterizzano per tariffe più alte con una media di 468 euro all'anno. Il primato alla Toscana, con sette delle prime dieci città più care: qui, la spesa media in un anno è di 526 euro, con un incremento del 5,6% rispetto al 2013. Il Molise è invece la regione in cui si spende di meno. Tra le altre regioni centrali, l'Umbria con 439 euro e una variazione del 4,3%. Più virtuose le regioni del nord. I maggiori incrementi rispetto all'anno precedente si registrano a Latina e Cuneo (più 17%). La tariffa più alta per il servizio di acquedotto è applicata a Reggio Calabria (355 euro), oltre 39 volte superiore a quella di Aosta (9 euro). Depurazione e fognatura costano di più a Carrara (298 euro), sei volte quanto costa a Cremona (49 euro). La quota fissa più elevata spetta a Gorizia (99 euro), 28 volte superiore a quella di Milano (3,50 euro). Il settore idrico resta "bloccato sui temi delle reti, dei depuratori e sulla qualità del servizio in alcune aree del Paese". Questo quanto emerge da alcune anticipazioni dei temi del convegno 'H2O' ('Il settore idrico italiano tra strategie industriali e finanza'), in programma a Bologna e organizzato da Althesys (società di consulenza e strategia ambientale e infrastrutture, guidata dal bocconiano Alessandro Marangoni) e Top utility analysis, a cui parteciperà anche Federutility. "Il 2013 ha visto aumenti dei ricavi del 14,8% rispetto al 2012 per le aziende Top utility, in particolare per le pluriservizio - spiega Althesys - parte di questi sono dovuti anche all'efficientamento industriale del settore idrico. Gli investimenti restano pressoché invariati in termini assoluti; però scendono se si considerano in rapporto con il fatturato. Sono passati dal 24,7% del 2012 al 21,6% del 2013. Crescono ricavi e risultati per le grandi aziende, le piccole soffrono. Gli investimenti - continua l'analisi - restano mediamente più alti per le aziende più grandi: nel 2013 sono stati pari al 22,5% del fatturato rispetto al 17,9% delle aziende più piccole. La quasi totalità delle aziende con investimenti relativi inferiori al 15% ha un fatturato non superiore ai 100 milioni di euro". Infine viene spiegato che a "condizionare lo sviluppo del settore idrico" sono stati "i risultati del referendum del 2011, l'instabilità normativa e un perdurante stallo degli investimenti", mentre "l'entrata in gioco dell'Autorità dell'energia elettrica, il gas e il sistema idrico pur avendo sbloccato meccanismi tariffari e vivacizzato l'interesse finanziario, non ha ancora prodotto tangibili segnali di crescita delle aziende e degli investimenti. Per l'Istat il consumo medio quotidiano di acqua corrisponde a circa 240 litri a testa. Campioni in negativo sono le isole e il centro-sud (Abruzzo e Puglia hanno sanato situazioni critiche), ma anche al nord c'è un peggioramento (a parte per la Valle d'Aosta). L'acqua immessa nelle reti comunali di distribuzione - si spiega infatti nel report - è pari a 8,4 miliardi di metri cubi, 385 litri al giorno per abitante (più 2,6% rispetto al 2008). Ma quella erogata è di 5,2 miliardi di metri cubi che corrisponde ad un consumo giornaliero di acqua pari a 241 litri per abitante (meno 12 litri al giorno rispetto al 2008). Nel 2012 sono stati prelevati 9,5 miliardi di metri cubi di acqua per uso potabile, con una crescita del 3,8% rispetto al 2008. Il 30,6% dell'acqua prelevata non viene trattata per la potabilizzazione (2,9 miliardi di metri cubi all'anno).
dell'acqua è 563 euro all'anno; a seguire Grosseto e Siena (562 euro). Mentre la meno cara è Isernia, dove si spendono 120 euro all'anno; al secondo posto c'è Milano con 136 euro (con un aumento dell'8,7%). Le regioni centrali si caratterizzano per tariffe più alte con una media di 468 euro all'anno. Il primato alla Toscana, con sette delle prime dieci città più care: qui, la spesa media in un anno è di 526 euro, con un incremento del 5,6% rispetto al 2013. Il Molise è invece la regione in cui si spende di meno. Tra le altre regioni centrali, l'Umbria con 439 euro e una variazione del 4,3%. Più virtuose le regioni del nord. I maggiori incrementi rispetto all'anno precedente si registrano a Latina e Cuneo (più 17%). La tariffa più alta per il servizio di acquedotto è applicata a Reggio Calabria (355 euro), oltre 39 volte superiore a quella di Aosta (9 euro). Depurazione e fognatura costano di più a Carrara (298 euro), sei volte quanto costa a Cremona (49 euro). La quota fissa più elevata spetta a Gorizia (99 euro), 28 volte superiore a quella di Milano (3,50 euro). Il settore idrico resta "bloccato sui temi delle reti, dei depuratori e sulla qualità del servizio in alcune aree del Paese". Questo quanto emerge da alcune anticipazioni dei temi del convegno 'H2O' ('Il settore idrico italiano tra strategie industriali e finanza'), in programma a Bologna e organizzato da Althesys (società di consulenza e strategia ambientale e infrastrutture, guidata dal bocconiano Alessandro Marangoni) e Top utility analysis, a cui parteciperà anche Federutility. "Il 2013 ha visto aumenti dei ricavi del 14,8% rispetto al 2012 per le aziende Top utility, in particolare per le pluriservizio - spiega Althesys - parte di questi sono dovuti anche all'efficientamento industriale del settore idrico. Gli investimenti restano pressoché invariati in termini assoluti; però scendono se si considerano in rapporto con il fatturato. Sono passati dal 24,7% del 2012 al 21,6% del 2013. Crescono ricavi e risultati per le grandi aziende, le piccole soffrono. Gli investimenti - continua l'analisi - restano mediamente più alti per le aziende più grandi: nel 2013 sono stati pari al 22,5% del fatturato rispetto al 17,9% delle aziende più piccole. La quasi totalità delle aziende con investimenti relativi inferiori al 15% ha un fatturato non superiore ai 100 milioni di euro". Infine viene spiegato che a "condizionare lo sviluppo del settore idrico" sono stati "i risultati del referendum del 2011, l'instabilità normativa e un perdurante stallo degli investimenti", mentre "l'entrata in gioco dell'Autorità dell'energia elettrica, il gas e il sistema idrico pur avendo sbloccato meccanismi tariffari e vivacizzato l'interesse finanziario, non ha ancora prodotto tangibili segnali di crescita delle aziende e degli investimenti. Per l'Istat il consumo medio quotidiano di acqua corrisponde a circa 240 litri a testa. Campioni in negativo sono le isole e il centro-sud (Abruzzo e Puglia hanno sanato situazioni critiche), ma anche al nord c'è un peggioramento (a parte per la Valle d'Aosta). L'acqua immessa nelle reti comunali di distribuzione - si spiega infatti nel report - è pari a 8,4 miliardi di metri cubi, 385 litri al giorno per abitante (più 2,6% rispetto al 2008). Ma quella erogata è di 5,2 miliardi di metri cubi che corrisponde ad un consumo giornaliero di acqua pari a 241 litri per abitante (meno 12 litri al giorno rispetto al 2008). Nel 2012 sono stati prelevati 9,5 miliardi di metri cubi di acqua per uso potabile, con una crescita del 3,8% rispetto al 2008. Il 30,6% dell'acqua prelevata non viene trattata per la potabilizzazione (2,9 miliardi di metri cubi all'anno).
Il nipote di don Profitterolo
[O pesce fete da capa. Il pesce puzza dalla testa. Detto napoletano] Che Cinisi, ridente cittadina vicino Palermo sia storicamente mafiosa quanto, se non di più di Corleone a molti non è noto. Impastato, Manzella, Di Maggio, Badalamenti e anche Santi Palazzolo, l’imprenditore di Cinisi che ha deciso di non pagare, si è rivolto alla polizia e si è prestato a predisporre la trappola a colui che voleva estorcergli il frutto del suo onesto lavoro. Si tratta del nipote di Don Santi, erede di un’attività che ha quasi un secolo di vita. A Radio Aut, scherzando, lo chiamavamo don Profitterolo, per la sua abilità nel saper preparare i migliori profiterols della Sicilia. Il suo bar, sito tra la piazza e l’inizio del corso, era frequentato dalla Cinisi bene, cioè da professionisti, galantuomini e anche mafiosi che, soprattutto la domenica mattina andavano a comprare la guantiera di dolci per la famiglia o per l’ospite. Una volta Peppino Impastato si nascose in una casa di fronte per scattare di nascosto alcune foto a Tano Badalamenti e agli amici che lo circondavano. Lui, don Santi, aveva un sorriso e una gentilezza per tutti, spesso preparava una sorpresa sul bancone o dentro la vetrina, una torta esotica, un dolce originale, un gelato dal gusto strano, accanto agli immancabili cannoli. Poi tutto venne trasferito sulla strada provinciale, al limite con il semaforo che da accesso al paese. L’attività è continuata con la gestione dal nonno, al figlio, detto l’Avvocato e oggi al nipote, che porta il nome del nonno ed ha cercato di dare al locale una veste più moderna con i giornali del mattino e con attività culturali varie: è stata finanziata anche qualche pubblicazione sulla storia del paese e del bar e sono stati aperti altri punti vendita, uno dei quali quello dell’aeroporto di Punta Raisi uno a Barcellona, in Normandia (Francia), Londra e Milano. Che tutto questo sia avvenuto a Cinisi, nel paese di Don Tano Badalamenti, ma anche di Peppino Impastato, significa che il muro una volta indistruttibile della cultura mafiosa comincia a manifestare qualche crepa e che comincia a diffondersi la cultura secondo cui ognuno ha il diritto di godere in pieno dei frutti del proprio lavoro, senza che i parassiti possano profittarne. Il negozio dell’aeroporto rappresenta l’ultimo momento, per chi parte e vuole portare un sapore della Sicilia, una cassata, un cannolo, un frutto di “martorana”, un dolce tipico. Adesso, dopo la denuncia dell’estorsione fatta da Roberto Helg, per il rinnovo del contratto per l’area del negozio, quel dolce assume un sapore più significativo, il sapore della legalità.
domenica 29 marzo 2015
Un voto contro Boko Haram
[U lupu quannu ha bisuognu nesce d'a tana. Il lupo quando ha
bisogno esce dalla tana. Frase calabrese] Il gruppo terroristico di Boko Haram
ha decapitato 23 persone con una motosega nel nordest della Nigeria, dove oggi
si vota per l'elezione del Presidente e del Parlamento. Lo riferisce l'agenzia
tedesca Dpa. Il presidente nigeriano Goodluck Jonathan cerca la rielezione
nelle presidenziali in cui sarà sfidato
da Muhammadu Buhari, candidato di un fronte di opposizione. Cristiano, 57
anni, del People's Democratic Party, ha
fatto della lotta contro i miliziani integralisti di Boko Haram, attivi
soprattutto nel nordest del paese, uno dei temi forti della sua campagna
elettorale promettendo di sconfiggerli entro un mese. Il presidente fu molto criticato per la sua
gestione giudicata troppo morbida del drammatico sequestro di 200 ragazze lo
scorso anno proprio da parte dei terroristi islamici. Il paese, il più grosso
produttore di petrolio dell'Africa, è stato pesantemente colpito dal crollo del
prezzo del greggio. Ma Jonathan tra gli
elettori ha cercato di promuovere la sua gestione del settore agricolo e industriale.
Sale ancora il bilancio delle vittime degli attentati di Boko Haram in Nigeria
contro i seggi delle elezioni presidenziali e politiche. Nel nordest del paese,
roccaforte dei fondamentalisti islamici, i morti in cinque attacchi distinti
sono saliti a 41. A centinaia di persone è stato impedito di votare, sotto la
minaccia delle armi. Nel sud del paese, nello stato di Rivers, si segnalano tre
persone, fra le quali un militare, uccise a colpi di pistola. I nigeriani si
sono recati in massa oggi ai seggi per eleggere il presidente e rinnovare il
parlamento, nonostante le minacce dei jihadisti di Boko Haram e i problemi
tecnici incontrati con le schede elettorali biometriche, che hanno costretto le
autorità a rinviare a domani le operazioni di voto in alcune zone del Paese.
Come annunciato, i jihadisti di Boko Haram hanno messo a segno diversi attacchi
nel Nord-Est del Paese, uccidendo sette persone in quattro villaggi dello Stato
di Gombe. In un caso, un testimone ha raccontato di aver sentito i miliziani
gridare: “Non vi era stato detto di restare lontani dai seggi?”. E oggi, un
deputato dello Stato di Borno, sempre nel Nord-Est, ha riferito della
decapitazione di 23 persone avvenuta la scorsa notte in un attacco alla
località di Buratai. Nonostante l'insicurezza, però, gli elettori hanno fatto
lunghe file davanti ai seggi per partecipare a quelle che sono considerate le
elezioni più combattute degli ultimi 16 anni, ossia da quando nel Paese si è
chiusa la stagione dei colpi di Stato ed è stato ripristinato il sistema
democratico. Per la prima volta, infatti, l'opposizione ha la reale possibilità
di sconfiggere il People Democratic Party (Pdp) - al potere dal 1999 - dopo la
nascita, nel 2013, dell'All Progressives Congress (Apc), il partito che ha
riunito le tre principali formazioni politiche del Paese, espressione fino ad
allora solo di specifiche zone del Paese o di gruppi etnici. Il presidente
uscente, Goodluck Jonathan, cristiano del sud del Pdp, corre per il suo secondo
mandato contro l'ex generale Muhammadu Buhari, musulmano del nord dell'Apc. Sono
circa 69 milioni gli elettori, su 173 milioni di abitanti, chiamati a scegliere
il prossimo capo dello Stato e a rinnovare 109 senatori e 360 deputati del
paese più popoloso del continente africano e primo produttore di petrolio. Per
garantire elezioni trasparenti e scongiurare brogli, le autorità hanno adottato
quest'anno la scheda elettronica, che però ha creato problemi, ritardando
l'avvio delle vere procedure di voto. In mattinata, infatti, gli scrutatori
avrebbero dovuto registrare gli elettori, chiamati a votare a partire dalle
13.30, ma i disguidi incontrati in alcuni seggi hanno causato ritardi, se non
il rinvio a domani del voto. Elezioni presidenziali e legislative in Nigeria
ancora in corso, mentre dal nord-est giungono notizie di combattimenti tra
miliziani integralisti Boko Haram e soldati governativi. Secondo la commissione
elettorale indipendente sono almeno 300 su 1.500 i seggi che anche oggi hanno
dovuto accogliere gli elettori: a centinaia ieri non erano riusciti a
registrarsi a causa di problemi al nuovo sistema elettronico di
identificazione. Intanto arrivano notizie di combattimenti in corso nel
tormentato nord-est del Paese tra i miliziani integralisti islamici Boko Haram
e le forze governative inviate nell'area per bloccarne l'avanzata. Residenti
delle zone più remote del nord-est riferiscono di violenti scontri tra i
fondamentalisti e i soldati. In particolare, un portavoce della polizia ha
detto che “uomini armati non identificati” hanno attaccato uffici elettorali
nelle città di Kirfi e Alkaleri, a circa 120 chilometri a est di Bauchi. Un
convoglio di circa dieci veicoli, ha aggiunto, è comunque stato bloccato dai
governativi a Dindima. Nel contempo è aumentato a 41 il numero delle persone
uccise ieri in diversi attacchi che hanno funestato oltre al nord anche un paio
di località del sud, saldamente nelle mani dei cristiani del presidente uscente
Goodluck Jonathan, 57 anni. L'esito dello scrutinio resta comunque incerto dato
che per la prima volta lo sfidante musulmano Muhammadu Buhari, 72 anni, già
presidente del Paese in seguito a un golpe nei primi anni Ottanta e da allora
sempre sconfitto dalle urne, potrebbe conquistare un testa a testa che lo
porterebbe al ballottaggio. Di nessun conto, secondo gli osservatori, la
partecipazione degli altri 12 candidati. L'incertezza della sfida Jonathan-Buhari
sembra ripetersi anche per le legislative (360 i deputati da eleggere), dopo
che decine di politici finora fedeli al presidente cristiano hanno abbandonato
il suo partito, accusato di aver fatto poco o nulla per bloccare i massacri e
le operazioni terroristiche dei Boko Haram. Le cui atrocità da mesi colpiscono
indistintamente cristiani e musulmani nelle aree di confine con Camerun, Ciad,
Niger e Benin, dando il via ad un pericolosissimo processo di destabilizzazione
dell'intera regione africana. Secondo la Commissione elettorale, che prevede
anche la possibilità del ballottaggio, i risultati della consultazione
dovrebbero essere comunicati 48 ore dopo la fine di tutte le operazioni di
voto, che continua a rimanere un punto interrogativo. Con il passare delle ore
tensioni si registrano però anche nel centro petrolifero portuale del sud Port
Harcourt, dove migliaia di persone sono scese nelle strade per denunciare
brogli e presunti omicidi di attivisti. Blindati e polizia antisommossa sono
dispiegati in forze.
Il ritorno di Passione
[Pugnetta 'ngarrata è migl di na
fricata! Una buona masturbazione è meglio di un coito. Frase calabrese] Recentemente
un noto sindacalista cgil, oggi in Gh Palermo, 1-2-3 … passione, appresa la
notizia che in Pae Mas il buono basto scatterebbe al compimento della sesta ora
e non più come era prima che bastava la presenza (e con lo spezzato volontario
scattava il doppio buono pasto che sommato al quello corrente dava la
possibilità di tre buoni pasto) è ritornato ad occuparsi degli ex colleghi (il
collega stop e tiro dell’operativo, però, è preoccupato di questo ritorno di
fiamma). L’unico dei 17 ex colleghi
sindacalisti a ritornare e occuparsi dei colleghi della Pae Mas, gli altri
hanno problematiche ben più grosse da risolvere: l’eliminazione del turno tre
in Gh, per esempio … e non solo; Petruso
– Passione avrebbe chiamato Tamburri per tentare di risolvere questa situazione.
Oggi
l’azienda deve risparmiare in tutto: meno vettori, meno mezzi (dati in comodato
d’uso gratuito alla gh) meno personale e meno buoni pasto … Se consideriamo che
per anni lo stagionale in Pae Mas non ha mai avuto il buono pasto (anche perché
i sindacati in Pae Mas hanno sempre tutelato chi aveva più diritti e mai chi di
diritti non è ha mai avuti, appunto lo stagionale) in sette anni c’è stato un
risparmio non indifferente. Se poi consideriamo che il ticket dato al
dipendente viene scaricato quasi totalmente dalla ditta … questa politica
sembra, francamente, pretestuosa. Ricordiamo ai vertici della Pae Mas che il
passaggio di 22 dipendenti alla concorrente, se vogliamo usare un eufemismo, è
stato un bel colpo. Se poi su 22 ben 17 sono sindacalisti è stato un colpo di
culo senza precedenti e di questo i fortunati (?) rimasti in Pae Mas saranno
riconoscenti a vita. Alessio Tamburri (lifeguarrd)
che dovrebbe essere a Palermo a fine mese sembrerebbe propenso a un
ripensamento. Il problema è convincere chi a Palermo vuole dimostrare che risparmiare
è possibile e esisterebbero ancora margini di miglioramento.
Life Clock ti dirà quando morirai

Low cost alla conquista del mercato europeo

Economia corrotta
[Occhiu non vida e cora non dola. Occhio non vede e
cuore non duole. Frase calabrese] La corruzione “taglia le gambe alla
crescita“. Che sia così, ormai sembra assodato: lo ripetono con crescente
frequenza economisti, magistrati e centri studi. A corroborare la tesi è arrivata
anche una voce interna a Confindustria, di solito molto cauta su questi temi.
“Se riducessimo il livello di corruzione a quello della Spagna, il Pil potrebbe
aumentare dello 0,6% all’anno“, ha detto infatti Alberto Baban, leader della
Piccola Industria di viale dell’Astronomia, durante la sua relazione al
convegno biennale dei piccoli imprenditori. In valore assoluto, si tratta di
circa 9,7 miliardi. “Avremmo così chiuso più della metà del differenziale di
velocità con il resto d’Europa”. Nello stesso giorno, per altro, anche il
governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha affermato che “i problemi” che
causano la stentata crescita del Pil dell’Italia sono “la bassa concorrenza, i
servizi inadeguati, la carenza di produttività e la corruzione”. Problemi “non
tanto distanti da quelli degli anni Ottanta”, ha ricordato Visco, intervenendo
alla cerimonia che si è svolta a La Sapienza per celebrare i 30 anni dalla
morte dell’economista Ezio Tarantelli, ucciso dalle Brigate rosse il 27 marzo
1985. Secondo Baban burocrazia, corruzione, insufficiente concorrenza,
incapacità di adeguare le infrastrutture e ritardi dell’istruzione provocano
ogni anno all’economia italiana “perdite pari a 485 miliardi, 19.400 euro a
famiglia”. “Altro che gli 80 euro“, si legge nella relazione. La discesa del
costo del petrolio, l’euro meno forte e il calo dei tassi di interesse “daranno
una spinta al Pil di 2,1 punti percentuali quest’anno e 2,5 il prossimo”, ha
sostenuto Baban citando le previsioni del Centro studi di Confindustria, ma
questa “non può essere considerata la soluzione dei nostri mali”. È “solo una boccata di ossigeno”, che vale poco
nel momento in cui le imprese italiane corrono “con uno zaino sulle spalle” e
devono “gareggiare con una gamba ingessata” a causa di “lentezza, sprechi
pubblici, burocrazia”. In particolare la burocrazia “ogni anno ci costa almeno
un 4% di minore Pil”. La corruzione, a sua volta, “taglia le gambe alla
crescita: se la riducessimo al livello della Spagna il Pil potrebbe aumentare
dello 0,6% in all’anno”. Poi, “l’incapacità di adeguare le nostre
infrastrutture agli standard degli altri Paesi sottrae il 2% al Pil, senza
contare la minore efficienza che questo comporta per il sistema Paese”. E “i
ritardi della nostra istruzione ci costano un altro 13%”.
I pensionati sempre più poveri
[Chi vuol vin dolce non imbotti
agresto. Detto toscano] Una vera e propria tagliola si è abbattuta negli ultimi
quattro anni su 5,5 milioni di pensionati. Lo denuncia lo Spi-Cgil secondo cui,
con il blocco della rivalutazione degli assegni, sono stati sottratti ai
pensionati 9,7 miliardi di euro, pari ad una perdita media pro-capite di 1.779
euro. Nel biennio 2012-2013, spiega il
sindacato in uno studio presentato, l'adeguamento delle pensioni è stato
bloccato per importi superiori a tre volte il trattamento minimo, ovvero circa
1.400 euro lordi. Nel biennio 2014-2015 invece l'adeguamento è stato
sull'intero importo della pensione con una percentuale del 100% solo per tutti
quelli che hanno un assegno fino a tre volte il trattamento minimo, mentre è
diminuito per le altre categorie d'importo dallo 0,95% fino allo 0,40%. Si
tratta, prosegue lo studio, di uno scenario destinato a peggiorare se, come
stabilito dagli obiettivi della Bce, il tasso di inflazione dovesse tornare
sopra il 2%. Secondo gli attuali meccanismi di calcolo della rivalutazione,
infatti, ai pensionati sarebbero sottratti ulteriori 3,6 miliardi di euro. Il
declino del numero dei lavoratori iscritti ai sindacati spiega metà
dell'aumento di 5 punti della concentrazione del reddito nel 10% più ricco
della popolazione nei paesi avanzati tra il 1980 e il 2010. È quanto emerge da uno studio in via di
pubblicazione delle economiste del Fondo monetario Florence Jaumotte e Carolina
Osorio Buitron. “L'indebolimento dei sindacati riduce il potere contrattuale
dei lavoratori rispetto a quello possessori di capitale, aumentando la remunerazione
del capitale rispetto a quella del lavoro” e porta le aziende ad assumere
decisioni che avvantaggiano i dirigenti, per esempio sui compensi dei top
manager, affermano Jaumotte e Osorio anticipando i risultati della ricerca
sulla rivista dell'Fmi 'Finance & Development'. Lo studio, intitolato
“Power from the people” sulla falsa riga della canzone di John Lennon “Power to
the people”, esamina diverse misure dell'iniquità (dalla quota di reddito del
10% più ricco della popolazione all'indice di Gini) per i paesi ad economia
avanzata. Anche considerando l'impatto della tecnologia, della globalizzazione,
della liberalizzazione finanziaria e del fisco, i risultati confermano che “il
declino della sindacalizzazione è fortemente associato con l'aumento della
quota di reddito” nelle mani dei ricchi. Questa iniquità, secondo recenti
studi, può portare a una crescita minore e meno sostenibile ed essere nociva
per la società “perché consente ai più ricchi di manipolare in proprio favore il
sistema economico e politico”, come è emerso anche da uno studio del premio
Nobel Joseph Stiglitz.
sabato 28 marzo 2015
Blu-express nuovi voli Tirana
[Partire 'ncavallu e tornare a pede. Partire a cavallo
e tornare a piedi. Partire pieno di speranze e tornare senza aver ottenuto
niente. Frase calabrese] Con l'avvio della stagione estiva, Blu-express amplia
i collegamenti aerei verso Tirana aggiungendo frequenze addizionali e aprendo
due nuove rotte: Firenze e Perugia. La compagnia low cost di Blue Panorama
Airlines espande così le operazioni sulla capitale albanese, avviate in concomitanza
al traguardo dei 15 anni di attività del vettore, e rafforza la leadership
sull'aeroporto di Tirana, da dove verranno dunque servite 11 città italiane:
Milano/Malpensa, Milano/Bergamo, Verona, Venezia, Genova, Bologna, Pisa,
Ancona, Roma Fiumicino ed appunto Firenze e Perugia. Con la stagione estiva il
totale dei voli operati su Tirana passerà da 58 a 112 a settimana. Il nuovo
collegamento su Perugia è operativo 3 volte a settimana nelle giornate di
martedì, giovedì e domenica. Il nuovo volo su Firenze è operativo 4 volte a
settimana nelle giornate di lunedì, mercoledì, venerdì e domenica, cui si
aggiunge il volo del sabato nel picco della stagione estiva. Inoltre, la
domanda della clientela italiana e internazionale di disporre di maggiori frequenze
su Ancona, ha spinto la compagnia a portare a giornaliero il collegamento fra
Tirana e questa regione fortemente interconnessa con l'Albania.
La Fiom contro il jobs act
[L'amicizia
si dee sdrucire, non i stracciare. L'amicizia deve stropicciarsi, ma non
strapparsi. Frase toscana] La Fiom in piazza contro il Jobs Act per combattere
la precarietà e contro “l'attacco ai diritti”. “Pensiamo di avere più consenso
di quello che ha il governo”: ha detto il leader della Fiom, Maurizio Landini,
arrivando in piazza per la manifestazione organizzata dal sindacato. “Non siamo
in piazza per difendere cose che non ci sono più, anche perché ci hanno tolto
tutto - ha aggiunto. E Renzi stia tranquillo, non siamo qui contro di lui, ma
abbiamo l'ambizione di proporre idee per il futuro dell'Italia”. “Unire il
lavoro: questa è la nostra proposta. Non è un percorso facile ma intendiamo
andare avanti, sia per riformare il sindacato sia per ridare voce a tutti i
lavoratori”, ha detto ancora Landini. “Ci sono persone che non sono
rappresentate ma ora inizia una nuova fase, una nuova primavera, nei prossimi
giorni metteremo in campo azioni concrete anche nei luoghi di lavoro”, ha
spiegato il segretario Fiom-Cgil. Nei primi due mesi dell'anno sono stati
attivati 1.382.978 contratti con un aumento di 154.000 contratti rispetto allo
stesso periodo del 2014 (in media nel bimestre +12,6%). È quanto emerge dalle comunicazioni obbligatorie
del ministero del lavoro secondo le quali l'aumento per i contratti a tempo
indeterminato è di 79.000 unità (+35%). Secondo i dati delle comunicazioni
obbligatorie i rapporti di lavoro attivati a gennaio 2015 sono stati 824.176
(+18,1% su gennaio 2014) mentre quelli attivati a febbraio sono stati 558.802
(+5,4% su febbraio 2014). Nel complesso nei primi due mesi 2015 quindi sono
stati attivati 1.382.978 contratti a fronte dei 1.228.058 dello stesso periodo
2014 con un aumento di oltre 154.000 unità (+12,6%). I contratti a tempo
indeterminato attivati sono stati 165.246 a gennaio (+32,5%), pari al 20% delle
attivazioni complessive (erano il 17,9% a gennaio 2014). A febbraio i contratti
a tempo indeterminato stipulati secondo le comunicazioni obbligatorie sono
stati 138.402 (+38,4%) pari al 24,8% delle attivazioni complessive (erano il
18,9% nel febbraio 2014). Il dato, ha spiegato il ministero, non risente ancora
delle norme sul contratto a tutele crescenti mentre tiene conto degli incentivi
previsti in legge di stabilità per le assunzioni a tempo indeterminato fatte
nel 2015.
E io pago, raggiunto accordo Gh-Pmo sindacati
[La
morte non è uguale per tutte le cose: ci sono oggetti che cominciano
a invecchiare solo dopo aver attraversato la morte. Un giocattolo
invecchia dopo che si è rotto, dopo che è morto. Erri de
Luca] Tutti si sindacati volevano tavoli separati, tutti non volevano
al tavolo la Cisal (forse perché solo il sindacato discriminato da
solo ha più iscritti di tutte e quattro le sigle messe insieme?),
alla fine solo la Cgil è rimasta, la posta in gioco è troppo
importante e se l'ha capito la Cgil vuol dire che …. molto
probabilmente siamo alla frutta. La Cgil, da Catania, manda Sandro
Grasso, segretario provinciale e coordinatore di tutti gli apt
siciliani, per discutere guardando i fatti concreti, evitando di
guardare le nuvole. Uil e Cisl abbandonano il tavolo, l'Ugl non si
presenta … ma poco importa la trattativa va avanti. Nove ore di
trattativa per concludere un accordo al Magaggiari, ieri l'altro è
stato raggiunto un accordo che non è il massimo della vita, ma è il
migliore possibile: al tavolo c'erano Paolo 1 e Paolo 2, Michela per
la Gh; GianLuca e Sandro, in rappresentanza della Cisal e Cgil. Se
la società con cui tratti ha drogato il mercato in Italia prendendo
appalti sapendo di perdere, volontariamente giocando al ribasso,
tanto qualcuno (il contribuente) pagherà e allora sei costretto a
firmare. E se questo è il modo di fare imprenditoria in Italia siamo messi veramente male. Quando finiranno i soldi per gli ammortizzatori sociali poi
si vedrà.Ci sembra di capire che al momento la gh sta attraversando un momento critico finanziario, in attesa di apprendere la conclusione dell'appalto di Sigonella tenta una cura dimagrante da presentare alle banche. La ugl e la uil ieri pomeriggio avrebbero firmato
l'accordo che altri hanno portato avanti e concluso. La cisl andrà a
firmarlo lunedì. Ieri l'altro le tre sigle, assenti in fase di
trattativa, escono con un volantino dove accusano cisal e cgil di
sudditanza psicologica nei confronti della gh e sempre i due
sindacati, che hanno messo la faccia, avrebbero trovato il modo di
vendersi le assunzioni. La cisal, che si ritiene offesa, oggi si
recherà da un avvocato. Non prima del 20 aprile 10 dipendenti,
vicini alla pensione, verranno messi in mobilità; 44 in solidarietà
volontaria. Si lavora per la stabilizzazione di 42 stagionali ed
entro il 20 aprile ci sarà un nuovo incontro azienda – sindacati.
MAI FIDARSI DEL BAGAGLIO
[Un
bambino che cresce senza una carezza indurisce la pelle, non sente
niente, neanche le mazzate.
Erri de Luca] Il
tasso di bagagli disguidati, cioè riconsegnati in ritardo,
danneggiati, smarriti o rubati, nel 2014 è stato di 7,3 ogni 1.000
passeggeri, in calo dai 18,8 su 1.000 del 2007. È quanto emerge dal
Baggage Report 2015 di Sita (società internazionale
telecomunicazioni aeronautiche): dal 2007 il tasso dei bagagli
disguidati è calato del 61% a livello mondiale, con un risparmio di
18 mld di dollari per il settore. Nel complesso nel 2014 il 99% dei
bagagli è stato riconsegnato regolarmente.
Questo risultato,
evidenzia Sita, è particolarmente significativo se si considera il
forte aumento di passeggeri registrato in questi anni (+46%). Dal
2013 al 2014 il numero dei passeggeri è cresciuto del 5,5% a livello
mondiale, e i fattori di carico degli aeromobili sono aumentati del
79,7%. Proprio questo incremento di pressione sui sistemi esistenti
ha innalzato leggermente il tasso di bagagli disguidati rispetto al
2013, quando si toccò il minimo di sempre di 6,96 bagagli disguidati
ogni 1.000 passeggeri. Oltre l'80% dei bagagli disguidati nel 2014
sono stati riconsegnati, seppur in ritardo, e la causa principale del
ritardo è derivata da casi di scalo e relativo trasferimento da un
volo a un altro. Il 49% dei bagagli disguidati riguarda infatti
viaggi con scalo. Nella maggior parte di questi casi il bagaglio è
stato riconsegnato al passeggero nel giro di uno o massimo due
giorni. “Il miglioramento nella gestione bagagli nel corso degli
ultimi sette anni è in gran parte il risultato dei forti
investimenti in tecnologia e innovazione nei sistemi automatizzati e
dei processi per la gestione bagagli”, spiega il ceo di Sita
Francesco Violante.
Apple, evasione di 879 milioni di euro
[La
felicità: come mi permettevo di nominarla senza conoscerla? Suonava
svergognata in bocca a me, come quando uno si vanta di conoscere una
celebrità e la chiama col solo nome, dice Marcello, per indicare
Mastroianni.
Erri De Luca] Nel
giorno in cui la Apple ha ricevuto la sua prima valutazione da un
triliardo di dollari, la Procura di Milano ha chiuso le indagini nei
confronti di tre manager del colosso di Cupertino per una presunta
evasione fiscale. L'ipotesi è di omesso versamento dell'Ires per un
totale di circa 879 milioni di euro in 5 anni. L'avviso di
conclusione è in corso di notifica. Nell'inchiesta coordinata dal
procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco e dai pm Adriano
Scudieri e Carlo Nocerino, sono indagati per omessa dichiarazione
(art. 5 del Decreto legislativo 74/2000) il legale rappresentante e
l'amministratore delegato di Apple Italia Enzo Biagini e il direttore
finanziario Mauro Cardaio, nonché il manager della irlandese Apple
Sales International, Michael Thomas O'Sullivan. Secondo l'ipotesi
degli inquirenti, i profitti realizzati in Italia dalla
multinazionale sarebbero stati contabilizzati dalla società che ha
sede in Irlanda, Paese dove la pressione fiscale è più bassa.
Proprio in questi giorni, alla società Usa è stata data una
valutazione da mille miliardi di dollari. Gli analisti di Cantor
Fitzgerald hanno alzato a 180 dollari l'obiettivo di prezzo del
titolo del produttore del'iphone, che così arriva a valere 1.050
miliardi di dollari. Cantor Fitzgerald diventa il broker più
ottimista su Apple, davanti a First Shanghai securities (che vede il
titolo a 165 dollari) e Piper Jaffray e Evercore (160 dollari). A
spiegare un tale approccio da “orso” su Apple sono i progressi in
Cina, dove le vendite sono balzate del 70% nell'ultimo trimestre.
Oggi in Borsa il titolo vale 127,35 dollari per una valutazione
complessiva intorno ai 740 miliardi di dollari.
venerdì 27 marzo 2015
In pensione a 66 anni e 7 mesi
[A creature nu prumettere e a Santi nun fa voto. Non promettere ai bambini e non far voto ai Santi. frase napoletana] Tra il 2016 e il 2018 gli uomini andranno in pensione di vecchiaia a 66 anni e sette mesi. È quanto si legge in una circolare dell'Inps che chiarisce quanto disposto da un decreto del ministero dell'Economia che fissava in quattro mesi l'aumento dei requisiti per l'accesso alla pensione in relazione all'incremento della speranza di vita. Per il 2019 si fisserà un nuovo adeguamento alla speranza di vita. Le donne del settore privato andranno in pensione di vecchiaia a 65 anni e sette mesi (66 anni e sette mesi nel 2018) mentre le lavoratrici autonome andranno in pensione di vecchiaia a 66 anni e un mese (66 anni e sette mesi nel 2018). Le dipendenti pubbliche vanno in pensione di vecchiaia alla stessa età degli uomini (66 anni e sette mesi). La pensione anticipata dal 2016 rispetto all'età di vecchiaia si potrà percepire con 42 anni e 10 mesi se uomini e 41 anni e 10 mesi se donne. "Penso ci debba essere più flessibilità per l'accesso alla pensione ma dentro regole sostenibili". Lo ha detto il presidente dell'Inps, Tito Boeri, nel corso di un'intervista nella trasmissione Otto e Mezzo annunciando una proposta per giugno.
giovedì 26 marzo 2015
Scelta licenziato!
[Una
quantità di coraggio spuntano da vergogna e sono più tenaci di
quelli saliti dalle collere che sono rapidi a sbollire. Erri de Luca]
Licenziato. Il
direttore generale della Gesap, Carmelo Scelta, lascia la poltrona
più prestigiosa della società che gestisce l’aeroporto di Punta
Raisi al termine di un cda durato diverse ore e che ha deciso così
del futuro di quello che, per oltre dieci anni, è stato l’uomo
forte di Punta Raisi. Per il momento le funzioni di dg verranno
svolte dall'amministratore delegato Dario Colombo e quelle di
accountable manager da Antonio Sagliocco. In un secondo momento verrà
emanato un bando ad hoc. "Il consiglio di amministrazione della
Gesap, riunito oggi in ordine al primo provvedimento di sospensione
del direttore generale, adottato nei giorni scorsi - si legge in una
nota della società - ha deliberato all’unanimità la cessazione
del rapporto di lavoro con Carmelo Scelta". Carmelo Scelta dovrà
essere liquidato e qualcuno pensa che gli utili della Gesap di
quest'anno non basteranno per pagare il tfr. Oggi
si è riunito il
cda, anche per fare il punto sulla situazione interna. “Abbiamo
rappresentato all’Enac l’azione di risanamento finanziario della
Gesap con l’eliminazione di oltre 30 milioni di euro di debiti e un
bilancio in utile - dice il sindaco Orlando - l’Enac ha
riconosciuto l’importante aumento di passeggeri e voli su Palermo.
Dal punto di vista finanziario la Gesap è a posto ed è in buone
condizioni che le consentono di affrontare gli impegni assunti. La
società ha eliminato l’assunzione temporanea di personale per
chiamata diretta e scelto di procedere sempre con i bandi. Abbiamo
inoltre espresso apprezzamento per il contatto avviato con l’Anac e
ho rilevato come l’episodio accaduto si inserisca in un quadro di
risanamento ed eliminazione di vecchie abitudini”. Il primo
cittadino ha, insomma, dato ancora una volta man forte al cda
presieduto da Fabio Giambrone (che ha cambiato idea e per il momento
resta al suo posto, dopo il licenziamento di Scelta può fare quello
che vuole), esprimendo piena fiducia e solidarietà così come fatto
lunedì scorso con una missiva, ma ha anche apprezzato la
collaborazione con la magistratura sull’indagine per gli appalti.
“Sulla privatizzazione - continua - ho ricordato che il Comune è
sempre stato molto cauto. L’esigenza di privatizzare, sollecitata
anche dall’Enac oltre un anno fa, nasceva dalla posizione debitoria
della società, adesso la situazione è ben diversa. Attendiamo la
valutazione dell’advisor, ci sono solo notizie a mezzo stampa. Il
Comune comunque si era già premunito, visto che chiesi al consiglio
comunale di non conferirmi deleghe ma di valutare in Aula il valore
delle azioni. Oggi non c’è nessuna ragione di procedere con la
privatizzazione”.
Tamburri ha una parola sola?
[Essere
al mondo, per quello che ho potuto capire, è quando ti è affidata
una persona e tu ne sei responsabile e allo stesso tempo tu sei
affidato a quellapersona ed essa è responsabile per te. Erri de
Luca] A cosa servono i sindacati in Italia e, in particolare in apt,
a Palermo Punta Raisi? A poco, nulla ...tranne che per risolvere i
loro problemi esistenziali. Nel corso della trattativa che ha
permesso, grazie alla clausola sociale, il passaggio di 22 dipendenti
da Pae Mas a Gh, appena 17 erano rappresentanti sindacali gli altri
non iscritti sono stati seguiti da parenti “influenti”. Talmente
avevano premura di scappare, di abbandonare la nave che imbarcava
acqua (tutti figli di Schettino?), che non si sono accorti che in Gh
venivano assunti con il jobs act e andando via hanno firmato un nuovo
accordo (ultima chicca, l'ultimo regalo a chi restava in Pae Mas),
legato alla cassa integrazione, che non prevede il buono pasto se
prima non fai sei ore. Con la solidarietà anche la presenza di due
ore faceva scattare il buono pasto. Ma nel nuovo accordo siglato con
i sindacati si è dimenticato di sottolineare il buono pasto legato
alla presenza e il buono pasta rinforzato qualora ci fosse lo
spezzato. Una svista figlia della fretta di cambiare casacca … ma
Alessio Tamburri (lifeguard), che è uomo di parola, sicuramente saprà
rimediare alle distrazioni sindacali. Pazienza, male che vada, se
lo scotto da pagare per essere liberi dai sindacalisti pieni di
retorica e frasi fatte è questo bene, anzi benissimo, la libertà ha
un costo.
mercoledì 25 marzo 2015
Gh e l'ormone della crescita
[Se
il corpo prova esilio è nella pelle. Erri de Luca] Da quando 22
dipendenti di Pae Mas, grazia alla clausola sociale, sono passati in
Gh Palermo hanno già fatto un certo numero di mancati riposo e
straordinario a go go. Malgrado la società di Zincone continua a
dire, sembrerebbe motivando tutto con dati alla mano, che presso lo
scalo di Palermo ci sarebbero 62 esuberi. Si, d'accordo, ma allora
per quale motivo straordinari e mancati risposi? I maligni potrebbero
dire che in Italia quando le società sono in crisi i debiti sono di
tutti, ma quando macinano utili … sono solo gli azionisti a essere
contenti. Una crescita costante che non sembra trovare freno,
inarrestabile come un atleta che macina record … e quando hai il
98% del traffico aereo in apt e sostieni di avere degli esuberi (di
conseguenza sei in crisi) due possono essere le contestazioni che uno
stato serio(e non è il caso dell'Italia) potrebbe muovere: se con
tutte queste commesse perdi soldi vuol dire che forse dovresti
cambiare mestiere, oppure conseguentemente, con lo stato di crisi lo
stato dovrebbe commissariare l'azienda che per troppo lavoro rischia
di morire per doping. Detto questo domani le sigle sindacali
incontreranno la Gh di Palermo, alla fine firmeranno tutto quello che
c'è da firmare … in tutti questi anni hanno rincorso, i sindacati,
banalità: il livello, il buono pasto, l'organizzazione del lavoro …
L' ormone della crescita (conosciuto
anche come Gh) è un ormone secreto dal lobo anteriore dell'ipofisi
durante il sonno e dopo l'esercizio fisico. È un potente
anabolizzante, bandito dal Cio, la cui azione è quella di aumentare
le scorte di proteine dell'organismo. Stimola la produzione di massa
magra e la riduzione della massa adiposa. Una volta si raccoglieva
dai cadaveri, ora viene sintetizzato in laboratorio attraverso
manipolazione genetica. In medicina è molto efficace, soprattutto
nella cura di coloro che hanno problemi di sviluppo, in particolare
chi soffre di nanismo. Il doping con Gh può causare diabete,
acromegalie e gigantismi, ispessimento delle ossa del connettivo e
del tessuto sottocutaneo, ritenzione idrica.
Isole Falkland, arrivano i nostri
[Se
esiste un'alleanza tra femmina e maschio, io l'ho provata allora.
Erri de Luca] Ma
il vero motivo dell’escalation della tensione, questa volta, non
pare essere la voglia di rivalsa della “presidenta” Cristina
Fernández de Kirchner. Londra teme sempre di più la Russia
putiniana e così a preoccupare, ora, è quella provocazione di Mosca
che secondo la stampa britannica sta trattando con Buenos Aires per
la cessione di 12 bombardieri a lungo raggio, in cambio di alimentari
(soprattutto grano e carne) per un popolo, quello russo, sempre più
provato dalle sanzioni economiche dell’Unione europea e non solo.
Secondo il Sun, il tabloid di Rupert Murdoch che per primo ha
annunciato la notizia della mossa di Londra, le relazioni fra il
Cremlino e Downing Street sono ormai quasi a livelli da guerra
fredda. Ed è per questo che ora il Regno Unito corre ai ripari.
Il contingente militare britannico di stanza nelle Isole Falkland
verrà rafforzato come deterrente per il rischio di invasione per
l'arcipelago, già disputato con una guerra tra il Regno Unito e
l'Argentina. Secondo The Sun, la decisione viene determinata da un
rapporto del ministero della Difesa britannico che teme possibili
nuove pretese da parte di Buenos Aires sulle Falkland, dove al
momento stazionano 1.200 militari, con una piccola flotta di
elicotteri Sea King e jet da combattimento. Il
piano per le Falkland/Malvinas, chiaramente, rientra in un generale
rafforzamento globale della risposta militare britannica, nonostante
il contemporaneo progetto di taglio alla spesa pubblica, taglio che
interesserà anche la difesa. “Si tratterà di razionalizzare
l’esistente”, ha fatto sapere l’esecutivo guidato da David
Cameron, rassicurando sul fatto che “un taglio del budget non
significherà necessariamente un abbassamento del livello di
guardia”. La Russia di Putin, in particolare, è al momento una
delle minacce principali, almeno stando alle stesse parole degli
strateghi militari britannici. Spaventano quei voli di
cacciabombardieri di Mosca spesso intercettati al largo delle coste
inglesi e scozzesi, anche nelle settimane scorse, così come spaventa
lo spionaggio russo nella capitale britannica, che secondo gli
esperti di intelligence è sempre più presente ed efficiente.
Gli scappati non corrono più
[Eh,
signore un romanzo è uno specchio che percorre una strada maestra. A
volte riflette ai vostri occhi l'azzurro del cielo, a volte il fango
delle pozzanghere. Stendhal] Fra il 2010 e il 2011 gli investigatori
hanno seguito a lungo il furgoncino di Inzerillo, oggi ritenuto il
nuovo padrino di Passo di Rigano. Il boss era anche al grande summit
fra tutti i clan di Palermo che si tenne a Villa Pensabene il 7
febbraio 2011: la delegazione di Passo di Rigano era la più
numerosa, formata da 4 persone. Resta il mistero su cosa si sia
discusso in quella riunione. Era la prima volta che gli “scappati”
della guerra di mafia venivano ammessi a un summit di quel livello.
Ecco perché è importante la figura di Matteo Inzerillo: i
carabinieri l'hanno fotografato assieme a Franco Inzerillo detto u
truttaturi,
il fratello di Totuccio Inzerillo, ritornato a Palermo nel 2005 dopo
un lungo esilio negli Stati Uniti. Ma anche con alcuni fedelissimi di
Bernardo Provenzano, Nicola Mandalà e Gianni Nicchi, alla vigilia
del loro viaggio negli Stati Uniti, nel novembre 2013. Quel viaggio
era finalizzato a un incontro al vertice, con Frank Calì, autorevole
esponente della famiglia mafiosa Gambino di New York, storica alleata
degli Inzerillo. Anche quel viaggio è rimasto un mistero. Di sicuro,
fra il 2003 e il 2005, una parte di Cosa nostra, con Riina in testa,
osteggiava il ritorno a Palermo degli "scappati" della
prima guerra di mafia. Un'altra parte, con Provenzano in prima fila,
provava invece a fare la pace con i nemici di un tempo e ad avviare
nuovi affari fra la Sicilia e gli Stati Uniti.La
Procura di Palermo ha chiesto 27 anni di carcere per quattro degli
"scappati", i boss perdenti della guerra di mafia costretti
all'esilio negli Usa dai corleonesi di Totò Riina, che secondo
l'accusa sarebbero tornati per diventare esponenti della cosca di
Passo di Rigano. Per Giovanni Bosco, parente di Salvatore Inzerillo,
boss ucciso nell'81 a Palermo, sono stati chiesti 9 anni di
reclusione; sei per Alfonso Gambino, Ignazio Mannino e Matteo
Inzerillo, quest'ultimo incaricato di mantenere i rapporti con altri
esponenti del mandamento che incontrava utilizzando mezzi
dell'azienda municipalizzata dei trasporti di cui era dipendente. I
quattro erano presenti al summit mafioso di Villa Pensabene del
febbraio 2011. Il processo, che si svolge con rito abbreviato davanti
al Gup Vittorio Anania. Tra
i possibilisti si notano Bernardo Provenzano; Vincenzo Marcianò,
capomandamento di Boccadifalco; Giuseppe Pinuzzu
Brusca, della famiglia di Boccadifalco; Gaetano Sansone e Francesco
Bonura, di Uditore, poi passati al partito dei contrari. I contrari
sono Antonino Rotolo, capomandamento di Pagliarelli; Antonino Cinà,
capomandamento di San Lorenzo; Giuseppe Pinuzzu
'u gettone
Sansone e Calogero Mannino, di Uditore. Il ruolo di Salvatore Lo
Piccolo in questa trattativa é fondamentale. Conta molto
sull'appoggio di Nicola Mandalà, che ha importanti amicizie nel New
Jersey che il Lo Piccolo vuole sfruttare per i suoi affari.
Az 700 milioni in tre anni
[L’altarino è piccirillo, ma è pieno e devozioni. L’altare è piccolo, ma è pieno di ex-voto. Frase napoletana] Alitalia investirà 700 milioni di euro nei prossimi tre anni. L'annuncio è arrivato direttamente dall'amministratore delegato Silvano Cassano, intervenuto a San Paolo del Brasile. Il manager dà le cifre: "300 milioni per ammodernare la flotta, 100 per investimenti in tecnologia e tutto il resto nello sviluppo". L'obiettivo è trasformare Alitalia in un vettore a lungo raggio "a cinque stelle", afferma lo stesso Cassano. "L'unica sfida che ci interessa è un'Alitalia seducente che vinca sul mercato". A breve arriveranno due nuovi Airbus A300 e saranno introdotti a bordo i nuovi servizi di wi-fi e intrattenimento."Sfruttando l'hub di Abu Dhabi, verranno lanciate nuove rotte verso Estremo Oriente e Australia. Il presidente e ceo di Etihad James Hogan ha replicato alle accuse di concorrenza sleale rivolte da tre compagnie americane ai vettori del Golfo. "Gli accordi di Open Skies - ha dichiarato Hogan - sono stati un modello di successo che ha generato benefici considerevoli per i viaggiatori e per le compagnie aeree negli Stati Uniti, negli Emirati Arabi Uniti e in tutto il mondo. Il Golfo è il centro delle rotte commerciali e turistiche di oggi. Ci consideriamo amici degli Stati Uniti: sicuramente i legami tra gli Emirati Arabi Uniti e gli Usa sono incredibilmente forti e siamo convinti che Etihad l'ha sempre dimostrato nelle operazioni aziendali. Gli accordi di Open Skies sono esclusivamente scelte dei clienti. Sono molto poche le compagnie aeree che operano dove noi operiamo nel Sud dell'India, nel Sud Est asiatico o in Medio oriente. Non ci scusiamo del fatto che offriamo nuove opportunità di scelta ai viaggiatori. Speriamo di continuare in questo modo in tutto il mondo". L’utile di Poste italiane crolla del 79 per cento. Colpa della svalutazione della quota detenuta in Alitalia e della maggiore pressione fiscale, oltre che del calo dei volumi della corrispondenza e di oneri straordinari (242 milioni) legati alla trasformazione del gruppo in vista della quotazione in Borsa. “Il processo è avviato ma ci vorrà tempo per vedere la totalità dei risultati. Per questo il nostro piano si articola su cinque anni”, ha ammesso il numero uno del gruppo pubblico Francesco Caio. Un periodo che però è troppo lungo rispetto alle stringenti esigenze di cassa del governo che vuole procedere al collocamento della società entro novembre correndo il rischio di cedere una quota del gruppo a prezzi scontati. "Alitalia punta a tornare di nuovo all'utile nel 2017". Lo ha ribadito Silvano Cassano, ad di Alitalia, oggi a Venezia presentando il volo, con i soci di Ethiad, da Venezia per Abu Dhabi. Alla presentazione della nuova rotta, che sarà quotidiana, anche il presidente di Alitalia Luca di Montezemolo, Enrico Marchi, presidente di Save società di gestione dell'aeroporto di Venezia Marco Polo, e il direttore commerciale di Ethiad, socio di minoranza (49%) in Alitalia. Una analoga iniziativa si terrà domani a Milano per presentare la stessa tratta da Milano.Il 31 marzo negli Emirati ci sarà il prossimo cda della società. La presentazione si è aperta con un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime dell'incidente aereo avvenuto ieri sui monti francesi.
Vueling: Palma di Maiorca Torino
[Chi te sape t’arape.Chi ti conosce, ti viene a derubare. Frase napoletana] Vueling annuncia la nuova rotta estiva da Torino a Palma di Maiorca. Il vettore incrementa così la sua presenze sullo scalo piemontese, da un anno base operativa. Il collegamento sarà operato una volta a settimana (la domenica) dal 14 giugno con un Airbus A320 da 180 posti. Palma di Maiorca si aggiunge alle destinazioni annunciate lo scorso febbraio: Alicante, Minorca e Spalato (rispettivamente dal 2 giugno, dal 14 giugno e dal 2 luglio), oltre alle quattro frequenze giornaliere per Roma Fiumicino. Per i passeggeri diretti nella Capitale la possibilità di raggiungere più di 50 destinazioni in Europa, Italia e Africa, grazie al servizio dei voli in connessione per un check-in unico. Inoltre, all'aeroporto torinese i passeggeri business di Vueling con tariffa Excellence avranno a disposizione i servizi Premium, come la Sala Vip Piemonte Lounge e il Fast Track, quest'ultimo disponibile anche per i possessori della Premium Card.
Nuove rotte Germanwings
[Facesse na colata e ascesse o sole! Facessi un bucato e uscisse il sole! Ogni volta che lavo i panni piove, cioè mi va tutto storto. Frase napoletana] Oggi i voli Germanwings saranno regolari, tranne uno che è stato cancellato. Lo dichiara in una nota la compagnia aerea low cost dopo il disastro aereo di ieri, spiegando che alcuni dipendenti del personale di volo oggi si sono dichiarati inabili al servizio per "stress emozionale". "Germanwings - si legge nella nota - comprende queste circostanze, per le quali il personale di volo ha perso colleghi amati nell'incidente". Oggi, Germanwings opera undici velivoli, in prevalenza da altre compagnie aeree come Lufthansa, Air Berlin e TUIfly su circa 40 voli.Il 29 marzo Germanwings inaugurerà un piano di voli estivo con diverse nuove rotte. Fino al 25 ottobre la compagnia aerea tedesca offrirà un totale di 132 destinazioni in 31 Paesi dalle sue basi tedesche di Düsseldorf, Colonia/Bonn, Stoccarda, Amburgo, Berlino Tegel, Hannover e Dortmund. Da Düsseldorf i nuovi voli partiranno per Atene (tre frequenze a settimana), Jerez de la Frontera (una frequenza a settimana), Jersey (una frequenza a settimana) e Reykjavik (due frequenze a settimana). A essi si aggiungeranno da aprile due nuovi collegamenti con Porto e Faro. Marsiglia con quattro voli a settimana completerà il network con la Francia. Da Berlino Tegel il primo volo per Palermo decollerà l’11 aprile con due frequenze a settimana. Dall’aeroporto della capitale e da Amburgo la novità per l’estate sarà il collegamento con Smirne con due voli settimanali. Sempre da Amburgo il 9 maggio partirà il volo per Bari e il 22 luglio quello per Zagabria, operati entrambi con una frequenza a settimana. Con i nuovi collegamenti per Nizza (tre voli a settimana), Amsterdam (sei voli a settimana) e Valencia (quattro voli a settimana) cresce considerevolmente l’offerta dei voli dall’Aeroporto di Stoccarda. A essi si aggiungeranno i nuovi voli Stoccarda – Tunisi, Stoccarda – Tirana e Colonia/Bonn – Pristina, tutti operati con una frequenza a settimana.
martedì 24 marzo 2015
NAUTILUS CONTRO GESAP
[Non
è un vento, lo scirocco è una rabbia. Il cielo scompare, l'aria
calda afferra la testa, non fa ragionare. Non bisogna fare figli
quando c'è lo scirocco, non si devono prendere decisioni. Fa
scoppiare gli incendi. Erri de Luca] La
Nautilus di Giacomo Cusimano il 10 marzo avrebbe mandato all'Enac di
Palermo una nota denunciando il proprio disagio derivante da una
situazione di intollerabile incertezza che si protrae a Punta Raisi
dal lontano 2009. I legali, in considerazione del fatto che la
procura di Palermo si sta occupando della Gesap controllando una
serie di appalti molto dubbi, della Nautilus non escludono il ricorso
alla magistratura ordinaria pur di avere riconosciuti i loro diritti.
Proprio nell'anno 2009 la Nautilus ha presentato a Gesap una domanda
per l'ampliamento del proprio deposito fiscale presente presso l'apt
di Punta Raisi (nota prot. 113/09 in data 7 dicembre 2009), già
operante. Nautilis ha ottenuto da parte della Gesap soltanto la
proposta di sottoscrivere lo schema di convenzione che, de facto,
limita e consente al deposito di stoccare la benzina av-gas e il
jet-fuel destinati esclusivamente all'aviazione generale e non anche
all'aviazione commerciale, come richiesto da Nautilus. Tra l'altro
il diverso canone di locazione, se pur praticamente oneroso, sarebbe
stato accettato da da Nautilus. La Gesap nello schema di convenzione
inseriva una clausale non prevista, inducendo la Nautilus a non
sottoscrivere. Il dg della Gesap, oggi sospeso, dottor Carmelo
Scelta, (nota prot. n. 0009287/14 del primo settembre 2014),
sorprendentemente, troncava qualsiasi rapporto, asserendo la
necessità di una gara sulla base di presunte esigenze di tutela
della concorrenza. Nessuna gara è stata mai indetta ed il
comportamento della Gesap, lungi dal creare le condizioni per la
libera concorrenza, in buona sostanza avrebbe rafforzato e tutelato
la posizione di monopolio dell'unico operatore presente in apt. Gli
avvocati della Nautilus fanno notare che l'art. 4 del decreto
legislativo 13 gennaio 1999 n. 18 relativo all'accesso dei servizi a
terra, il quale al secondo comma prescrive che “in ogni caso il
numero dei prestatori non può essere inferiore a due”.
Israele non si fida di nessuno
[Chi
vuole privatizzare l'acqua deve dimostrare di essere anche il padrone
delle nuvole, della pioggia, dei ghiacciai, degli arcobaleni. Erri de
Luca] Israele ha spiato i negoziati dell'anno
scorso sul programma nucleare iraniano tra Teheran, gli Stati Uniti e
altre potenze mondiali: lo hanno appreso alti funzionari della Casa
Bianca, secondo quanto riporta il WSJ online. L'operazione faceva
parte di una campagna di più ampio respiro del governo del premier
israeliano Benjamin Netanyahu per contrastare i termini di un
possibile accordo che emergevano. “Noi non spiamo gli Stati Uniti
né direttamente, né per vie traverse”: lo ha affermato alla radio
militare il ministro israeliano degli esteri Avigdor commentando
informazioni apparse sul Wall StreetJournal. “Quelle informazioni
non sono giuste” ha aggiunto. Oltre che attraverso l'attività di
spionaggio, prosegue il giornale, Israele ha acquisito informazioni
attraverso briefing riservati degli Stati Uniti, informatori e
contatti diplomatici in Europa. Tuttavia, secondo quanto hanno
riferito i funzionari, non è stato tanto lo spionaggio a irritare la
Casa Bianca quanto il fatto che Israele ha condiviso le informazioni
ottenute illegalmente con parlamentari americani per indebolire
l'appoggio di questi ultimi a un accordo volto a limitare il
programma nucleare iraniano. “Una cosa è lo spionaggio reciproco
tra gli Usa e Israele, un'altra è il furto di segreti americani da
parte di Israele per poi passarli ai parlamentari Usa per minare la
diplomazia
americana”, ha detto un alto funzionario.
Lieberman
ha rilevato che ai negoziati sul nucleare iraniano sono coinvolte
diverse parti, “come ad esempio gli stessi iraniani”. “Abbiamo
le nostre fonti anche dall'altra parte” ha aggiunto, alludendo in
apparenza all'Iran. “Le informazioni del Wsj, come minimo, non sono
dunque giuste” ha concluso.Fonti nell'ufficio del primo ministro
Benyamin Netanyahu hanno pure assicurato che Israele non spia “nè
gli Stati Uniti né altri Paesi alleati”. Hanno affermato che
quelle informazioni “sono menzognere” e sono state
diffuse
nell'apparente intento di danneggiare le relazioni fra
Israele e Stati Uniti, ed in particolare - hanno precisato - la
loro
cooperazione di sicurezza.Gli arabi
israeliani respingono le scuse presentate da Benyamin Netanyahu alla
loro comunità dopo che lo stesso premier il giorno delle elezioni
aveva detto ai sostenitori del Likud di accorrere alle urne,
denunciando come una minaccia l'affluenza massiccia nelle località
popolate dalla minoranza araba d'Israele. “Respingiamo le scuse e
continuiamo la nostra battaglia per l'uguaglianza. Le sue sono solo
parole vuote che intendono preservare il suo regime razzista”, si
legge in una nota della Lista Araba ripresa dal sito Ynet. Con il sì
alla sua premier ship da parte di Moshé Kahlon del partito di
centrodestra “Kulanu”, Benyamin Netanyahu ha in mano la
maggioranza di seggi (61 su 120) per formare una possibile coalizione
di governo. Kahlon ha indicato l'attuale premier nelle consultazioni
dei partiti in corso da parte del presidente Reuven Rivlin. “Bisogna
rispettare la volontà popolare” ha detto, citato dai media, Kahlon
a Rivlin. È probabile che Rivlin assegni l'incarico a Netanyahu
questo stesso mercoledì. Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha
cominciato a Gerusalemme la seconda giornata di consultazioni con i
partiti nell'ambito della formazione del nuovo governo. Tra i primi
gruppi quello dei centristi di “C'è futuro” guidati dal deputato
Yael German che ha confermato - citata dai media - la volontà del
partito di restare, alle condizioni attuali, all'opposizione di un
eventuale governo presieduto da Benyamin Netanyahu.
Riina e Provenzano soffrono
[Alla
gente piacciono le giornate di sole. A me, fanno paura. Le peggiori
cose si fanno a ciel sereno. Erri de Luca] È
ricoverato all'ospedale di Parma il boss Totò Riina. Il padrino
corleonese è stato trasferito dal carcere al reparto detenuti del
nosocomio, anche se la notizia è trapelata solo in questi giorni. I
suoi legali lo avevano visto in udienza. “Era apparso molto
sofferente, ha molteplici patologie legate alla sua età” dice uno
dei suoi legali, Giovanni Anania. Il
carcere di Parma, in cui è detenuto al 41 bis il boss Bernardo
Provenzano, ha chiesto ai familiari del capomafia il consenso per
praticargli l'alimentazione forzata. “Si sta chiedendo un consenso
al posto del paziente che, evidentemente non è in grado di
esprimerlo - ha detto l'avvocato del boss, Rosalba Di Gregorio.
Siccome non abbiamo informazioni sulle sue condizioni di salute e
sulle ragioni dell'intervento, non siamo in condizione di esprimere
alcuna autorizzazione”. L'avvocato del
boss mafioso Bernardo Provenzano, Rosalba Di Gregorio, ha denunciato
i responsabili dell'istituto di pena di Parma per omissione di
soccorso. Secondo il legale ci sarebbe stato un ritardo nelle cure
prestate al capomafia, detenuto al 41 bis. Dal referto di una tac
fatta al boss risulterebbe che Provenzano sarebbe stato sottoposto a
esami solo dopo tre giorni dalla caduta in cella che gli avrebbe
determinato una frattura scomposta al viso e poi un grave ematoma
cerebrale e il coma. Il
referto è stato consegnato recentemente al legale dalla corte
europea dei diritti dell'uomo che, a sua volta, l'ha ricevuto dal
governo italiano. Davanti ai giudici di Strasburgo pende un ricorso
presentato dall'avvocato Di Gregorio in cui si chiede la condanna
dell'Italia per il trattamento disumano riservato al capomafia.
Apprendere che due spietati assassini, armai vecchi, alla fine della
loro vita passata in gran parte a fuggire, dispiace umanamente. Visto
che il sentimento del perdono, dunque di umanità, è sconosciuto da
due protagonisti dalla mafia, che della violenza e del crimine hanno
fatto il loro punto di forza della loro vita, per quale motivo la
cosiddetta società civile deve perdonare?
Tutti contro la privatizzazione della Gesap
[La
libertà uno se la deve guadagnare e difendere. La felicità no,
quella è un regalo, non dipende se uno fa bene il portiere e para i
rigori. Erri De Luca] Il sindaco di
Palermo, Leoluca Orlando, ha inviato una lettera al presidente del
consiglio di amministrazione di Gesap, Fabio Giambrone, esprimendo
"apprezzamento per il successo dell’azione di risanamento
finanziario, unitamente a uno straordinario incremento di passeggeri
e città collegate con voli diretti allo scalo palermitano". Il
sindaco Orlando si auto compiace, visto che la sua città fa acqua da
tutte le parti, una cosa che sembra andare meno peggio delle altre va
valorizzata. Con riferimento all'arresto per estorsione dell'ormai
ex vicepresidente Gesap, Roberto Helg, la Gesap, ha deliberato "la
costituzione di parte civile unitamente ad una ampia collaborazione
con l’Autorità giudiziaria per l’individuazione di ogni altra
responsabilità e di ogni altro responsabile". L’amministrazione
comunale, dal canto suo, conferma, "la necessità di bloccare il
processo di privatizzazione, rilevando che su tale processo, la Gesap
risulta aver già contestato formalmente criticità e rilievi".
Palazzo delle Aquile "ritiene che, mentre taluno si agita
nervosamente, debba proseguire l’azione di forte risanamento
finanziario ed etico (che ha trovato anche conferma nei provvedimenti
a carico di funzioni dirigenziali aziendali) e che è interesse e
precisa scelta del Comune, socio-pubblico, che nel settore dei
trasporti, in Sicilia, si blocchi la continuazione pluriennale di
vergognosi accaparramenti speculativi, che il Comune di Palermo ha
contrastato e contrasterà sempre, anche nei settori dei rifiuti e
dell’acqua, così come è cronaca degli ultimi due anni”.
“Crediamo che sia fondamentale
bloccare le procedure di privatizzazione e chiediamo l'azzeramento
del Cda della Gesap. Ci sono delle ombre e chiediamo anche il ritiro
della delegazione provinciale, composta da due membri, in modo tale
da farlo decadere”. A dirlo Fabrizio Ferrandelli, deputato
regionale del Pd, presente nella sede palermitana del partito dove è
stata convocata una conferenza stampa sulla Gesap, la società di
gestione dell'aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo.
Fernandelli, membro della commissione antimafia regionale, dopo la
prima indagine della procura aveva archiviato l'inchiesta della
commissione antimafia non trovando nessuna criticità. “O Helg
agiva in complicità di altri o se agiva da solo lo faceva nella
consapevolezza di agire indisturbato e quindi la governance non
funzionava - aggiunge -. Chiediamo che l'intera governance si dimetta
e che si faccia piena luce”. “Rimaniamo basiti di fronte alla
richiesta di taluni esponenti del Pd che chiedono l'azzeramento del
Cda della Gesap proprio adesso che lo stesso aveva nei fatti avviato
un percorso di aperta rottura con le logiche passate ed al contempo
iniziato ad incrementare i dati del volato in transito nello scalo”.
Lo dice il Segretario confederale della Cisal Gianluca Colombino.
“Non vorremmo – aggiunge Colombino - che dietro questa richiesta
si celi la volontà di procedere, attraverso le designazioni dei
componenti della Provincia regionale e della Camera di commercio
ormai senza guida e prossima al commissariamento , a reperire una
sorta di maggioranza di componenti dello stesso Cda in capo alla
Regione Sicilia con la classica riproposizione degli schemi secondo
cui la gestione di una società cosi strategicamente importante per
l'economia del nostro territorio passi nelle mani di una compagine
politica”. Il segretario della Cisal “invita il Presidente della
Gesap Fabio Giambrone a non prestare orecchio alle
strumentalizzazioni politiche di parte e a proseguire alacremente nel
percorso di rottura con le passate gestioni in aperta trasparenza
valorizzando le professionalità lavorative interne a dispetto della
esternalizzazione a soggetti terzi di attività che possono essere
svolte in autoproduzione”.
lunedì 23 marzo 2015
Grecia al collasso bis
[I
gesti del nuoto sono i più simili al volo. Il mare dà alle braccia
quello che l'aria offre alle ali; il nuotatore galleggia sugli abissi
del fondo. Erri de Luca] “Vogliamo
che la Grecia sia forte economicamente, che cresca e che venga fuori
dalla alta disoccupazione”, e in particolare “da quella
giovanile”. Lo ha detto Angela Merkel, in conferenza stampa a
Berlino con il premier greco Alexis Tsipras. Alexis Tsipras cita la
questione dei risarcimenti di guerra a Berlino: “va affrontata da
entrambe le parti, è un problema non materiale ma morale”, ha
detto in conferenza stampa, “per superare per sempre fascismo e
nazismo e fare in modo che i totalitarismi non tornino mai più al
potere”. Abbiamo alle spalle un programma di sostegno alla Grecia
che “non è stato una storia di successo”, ma ha portato
terribili risultati ed “enormi” problemi sociali, ha aggiunto.
“Vogliamo rispettare i trattati” ma ci devono essere delle
correzioni sul piano sociale. Lo ha premier greco Alexis Tsipras, in
conferenza stampa a Berlino con Angela Merkel. Tsipras ha anche detto
che “la Grecia ha bisogno di un mix politico” per superare la
situazione negativa in cui si trova che “prevede innanzitutto
riforme strutturali”. “I greci non sono dei fannulloni, e i
tedeschi non sono colpevoli dei malanni e della disfunzioni della
Grecia”. Lo ha detto il premier greco Alexis Tsipras a Berlino, in
conferenza stampa con Angela Merkel. “Dobbiamo accantonare gli
stereotipi in entrambi i paesi”, ha aggiunto.“Le riparazioni di
guerra sono una questione “chiusa dal punto di vista sia giuridico
sia politico”. Lo ha ribadito Angela Merkel, in conferenza stampa a
Berlino con il premier greco Alexis Tsipras. La cancelliera ha
tuttavia aggiunto che la Germania è consapevole delle atrocità
commesse e il “dialogo” con Atene sul tema “continuerà”.
Atene
intende battere cassa dalle società che nel decennio scorso, stando
alle indagini delle Procure di Brema e di quella di Berna, hanno
versato mazzette a funzionari greci. Si tratta di Airbus Helicopter,
nata dalla fusione tra la francese Aerospatiale e la tedesca Deutsche
Aerospace, che avrebbe pagato 41 milioni di euro per vendere 20
elicotteri NH-90, e di Rheinmetall, Stn e Atlas Elektronik, da cui i
pubblici ufficiali ateniesi avrebbero intascato un totale di 62
milioni.
In
Grecia le farmacie sono di nuovo a corto di medicinali di base, come
riferisce il quotidiano Kathimerini, in quanto i rivenditori
all'ingrosso sembrano aver adottato una stretta sulle forniture che
ha provocato scarsità degli antidolorifici più diffusi e di farmaci
anti-infiammatori, come pure di antibiotici, insulina e vaccini. A
lanciare l'allarme è il capo dell'Associazione dei Farmacisti greci,
Constantinos Lourandos, secondo cui il problema è causato dal fatto
che i produttori diffidano dei grossisti che farebbero vero e proprio
aggiotaggio rivendendo i carichi di medicinali a prezzi maggiorati in
altri Paesi invece di rifornire il mercato locale. Il primo ministro
greco Alexis Tsipras arriva oggi a Berlino per cruciali colloqui con
la cancelliera tedesca Angela Merkel mentre ad Atene crescono le
preoccupazioni sul calo delle riserve di liquidità della Grecia ed i
funzionari del governo si stanno affrettando a dare gli ultimi
ritocchi ad un elenco di riforme dettagliate in linea con le
richieste dei creditori internazionali del Paese. Nella lista di
interventi che il premier Tsipras presenterà alla cancelliera
tedesca Angela Merkel non compaiono misure di austerità, ma
soprattutto interventi contro l'evasione fiscale e la corruzione con
indicati però anche l'impatto sull'economia nazionale ed i tempi.
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