[Patria est ubicumque est bene. La patria è dovunque si stia
bene. Pacuvio] Tenete d’occhio la sorella di Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook.
Si chiama Randi ed è venuta ad annunciare la sua nuova iniziativa nei media
«sociali». Si chiama R to Z Media e propone di portare sui vari sistemi - da
Twitter a, ovviamente, Facebook - temi di impegno sociale, assieme alle Nazioni
Unite. Per lo sbarco di Facebook
in Borsa è l'ora della verità. L'attesa è grande e i vertici del social Network
fondato da Mark Zuckerberg potrebbero presentare la richiesta alla Sec (la
Consob americana) entro la fine di questa settimana, molto probabilmente domani.
Obiettivo: entrare in Borsa prima dell'estate (possibilmente entro la fine di
maggio), raccogliendo 10 miliardi di dollari con una valutazione di mercato di
100 miliardi: quanto valgono - per dare l'idea - il gigante del fast food
McDonald e la metà di Google. Proprio la casa di Mountain View, in questo caso,
verrebbe superata, visto che nel 2004 con una valutazione di 23 miliardi di
dollari ne raccolse 1,9. Se così fosse, insomma, per trovare un'Ipo (Initial
public offering) più corposa negli Usa bisognerebbe andare a quelle che videro
protagonisti gruppi come Visa, General Motors e AT&T. In lizza per il più
famoso social network al mondo ci sono innanzitutto le banche, che puntano ad
aggiudicarsi un ruolo importante nel collocamento. La sfida, in particolare,
sarebbe tutta tra Morgan Stanley e Goldman Sachs. Quest'ultima nei mesi scorsi aveva curato il collocamento
privato di Facebook, ma non per questo sarebbe adesso favorita. Secondo quanto
ha riportato nei giorni scorsi il Wall Street Journal, infatti, i vertici di
Facebook spingerebbero più per Morgan Stanley, che nel campo delle ipo ha una
vasta esperienza, avendo aiutato già ben ventitré società internet a compiere
il grande salto in Borsa, occupandosi in particolare delle offerte pubbliche
iniziali di LinkedIn, Groupon e Zynga. E incassando lo scorso anno 115 milioni
di dollari in commissioni, quasi il doppio rispetto alla rivale Deutsche Bank.
Goldman Sacks, nonostante il collocamento privato dello scorso anno, rischia
così di essere battuta in questa delicata partita. Nei giorni scorsi erano
circolate indiscrezioni sulla possibilità di uno sbarco in Borsa di Facebook
nella terza settimana di maggio. Ciò vorrebbe dire presentare alla Sec tutta la
documentazione necessaria a stretto giro di posta. La Consob statunitense ha
infatti bisogno di almeno tre mesi - ma probabilmente ce ne vorranno di più -
per esaminare tutta la documentazione. Sempre che alla fine di questo lavoro la
Sec non solleverà dubbi. Nel qual caso i tempi slitterebbero inevitabilmente.
martedì 31 gennaio 2012
lunedì 30 gennaio 2012
Ue indaga Alitalia-Air France-Delta
[La
relazione ogni volta è diversa: progredisce, si interrompe o si guasta a
seconda delle parole che scegliamo. Luisa Carrada] L'antitrust Ue ha aperto
un'indagine sulla joint venture tra Air France-KLM, Alitalia e Delta per
stabilire se violi le norme europee in materia di concorrenza. Lo comunica la
Commissione Ue. Spostarsi
anche in aereo potrebbe diventare
sempre più caro per i siciliani, già penalizzati con i treni e i pedaggi
stradali. Fino ad oggi le piccole compagnie hanno garantito dagli scali siciliani
i collegamenti con il continente a prezzi competitivi, ora però Alitalia
sta portando a termine l’incorporazione della siciliana Wind jet e di Blue
Panorama (nonché della sua appendice Blue express), le cose potrebbero
decisamente cambiare per le tasche degli isolani. A
lanciare l’allarme sono le categorie dei consumatori che hanno chiamato in causa l’Antitrust per bloccare l’operazione
societaria che l’Alitalia sta cercando di concretizzare inglobando le linee aeree
siciliane a basso costo che al momento gestiscono le trafficatissime tratte
da/per Roma e Milano. La
compagnia di bandiera sta andando in soccorso delle piccole siciliane che
non hanno i conti a posto e sono schiacciate dai debiti, motivo per il quale in
precedenza si erano rivolte perfino alla Regione Sicilia chiedendo aiuto al governatore Lombardo. Se gli accordi tra
l’Alitalia e il patron della Wind jet, Nino Pulvirenti, presidente anche del Catania
Calcio dovessero concretizzarsi,
di fatto la compagnia di Stato avrebbe quasi un esclusivo monopolio sia
da Punta Raisi che da Fontanarossa.
Preoccupato dal paventato pericolo di un incremento netto dei costi del
biglietto è anche il presidente dell’Enac, Vito Riggio che ha definito “incomprensibile” quanto
sta accadendo in Sicilia.
domenica 29 gennaio 2012
Spanair chiude
[Ti metti in sintonia con il posto e le storie ti vengono a cercare. Davide
Toffolo] Alla luce dell'ennesimo fallimento di una compagnia aerea, la spagnola Spanair, vittima della crisi, il presidente dell'Enac, Vito Riggio, ha fatto inserire nell'ordine del giorno del prossimo cda, di martedì 31 gennaio, l'avvio di un'analisi sullo stato della sicurezza e sulla situazione finanziaria delle compagnie aeree e degli aeroporti italiani anche per verificarne la sostenibilità. Centinaia di passeggeri sono rimasti bloccati a terra stamani in
numerosi aeroporti spagnoli, dopo che la compagnia aerea Spanair ieri sera ha
improvvisamente cessato le sue attività, annullando tutti i voli a mezz'ora
dalla partenza. “Di fronte alla mancanza di visibilità finanziaria per i
prossimi mesi, la compagnia ha deciso di cessare le sue operazioni” ha
dichiarato Spanair ieri sera in un comunicato emesso poco prima delle 21:30 ora
locale (la stessa ora in Italia), citando “ragioni di prudenza e di sicurezza”.
L'ultimo volo di Spanair è atterrato alle 22. Da quel momento, i passeggeri
della compagnia sono stati presi in carico dai concorrenti di Iberia, Vueling e
Easyjet. Secondo i media spagnoli, almeno 22.000 persone sono state colpite
dagli annullamenti dei voli nel corso del finesettimana, ma non è stato
possibile trovare un portavoce di Spanair che confermasse la notizia. Solo
oggi, 55 voli sono stati annullati a Madrid, 54 a Barcellona e alcuni sulle
isole di Majorca e di Gran Canaria. Spanair, nata nel 1986, ha detto di aver
deciso di cessare le attività dopo il fallimento delle trattative con Qatar
Airways per una alleanza finanziaria. La regione della Catalogna inoltre aveva
annunciato che avrebbe tolto i sussidi alla compagnia per risparmiare.
Ucciso un ingegnere nucleare iraniano
[La stupidità è un male che si diffonde anche
leggendo spazzatura. Efraim Medina Reyes] Funerali di stato per l’ingegnere nucleare
iraniano ucciso in un attentato che l’Iran attribuisce al Mossad e alla Cia.
Altri tre scienziati iraniani sono stati assassinati da gennaio del 2010 a
oggi. Due di loro lavoravano al controverso programma nucleare che Teheran dice
civile e l’Occidente teme militare. Dopo una visita in Turchia, il presidente
del parlamento iraniano apre però al dialogo fermo da oltre un anno: “Per
quanto riguarda gli incontri a 5 più uno”, ha dichiarato Ali Larajani, “abbiamo
già espresso la disponibilità dell’Iran a colloqui per risolvere la questione
nucleare”. Ma sul programma nessun passo indietro. Ed entra in servizio anche
un secondo sito di arricchimento dell’uranio, 150 chilometri a sud ovest dalla
capitale. E mentre Bruxelles e Washington vanno verso nuove sanzioni e un
embargo petrolifero, a fine gennaio l’Agenzia atomica internazionale andrà in
missione per stabilire le vere intenzioni nucleari dell’Iran. Nonostante il
bazar del mausoleo di Shah-e Abdal-Azim a Shahr-e-Rey sia affollato come ogni
venerdì dopo la preghiera, la bottega di abbigliamento di Ahmed è vuota. Un
uomo con un bambino chiede il prezzo di un paio di calzini, 10 mila rial: ci
pensa e se ne va. In fondo è l'equivalente di cinque corse in autobus. “In
questo periodo la gente compra meno - dice Ahmed - ma costano di più
soprattutto i prodotti di importazione, che si pagano in dollari. Per esempio
quelli fatti in Cina come questo - e indica una tuta sportiva - ogni giorno il
loro prezzo sale”. Da settimane a Teheran i consumatori constatano un aumento
dei prezzi, fino al 50% per i prodotti di importazione, del 10% per quelli
nazionali - anche se gli aumenti sono meno marcati nelle zone periferiche e
popolari come questa. Qualcuno tra tassisti e commercianti ne approfitta, altri
alimentano il fenomeno facendo scorte per il futuro. Ahmed dice di non conoscere la causa del rialzo del dollaro,
il cui valore è salito di circa il 50% in poche settimane. Appello del
segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon all'Iran e alle grandi
potenze a riprendere il dialogo sul dossier del nucleare rimasto fermo da un
anno. Ban, intervenendo al meeting annuale del Forum economico mondiale, si è
rivolto al gruppo dei 5+1 (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e
Germania) e all'Iran a “impegnarsi al dialogo”. “Non c'è altra alternativa” per
risolvere questa situazione, ha detto.
sabato 28 gennaio 2012
A TAVOLA CON LA CRISI/11-FAGIOLI ROSSI STUFATI
Fate cuocere nell'acqua i fagioli rossi, quando
sono cotti metteteli in casseruola con un pezzo di burro, un pizzico di farina
bianca, delle erbette, lardo e cipolla, aggiungete un buon litro di vino rosso,
fate bollire una mezz'ora abbondante e servite. Gli italiani guardano con
timore e diffidenza al 2012: quasi uno su due (48%) ritiene che la situazione
economica del Belpaese sia pessima e il 36% si aspetta un ulteriore
peggioramento delle condizioni della propria famiglia. È quanto emerge dal sondaggio Confesercenti-Swg.
Inoltre, nel 2011 83 italiani su 10 (83%) hanno tagliato le spese e la crisi
continua a mordere: solo il 62% riesce a coprire con lo stipendio le spese
mensili, mentre uno su quattro (28%) arriva solo alla terza settimana. [segue]
venerdì 27 gennaio 2012
Gesap 0-Uil 9
[Le passioni, che ci piaccia o no, non sono fatte per
essere domate. Per questo si chiamano passioni.
Milena Runjic] Oggi 27/01/2012 si è conclusa positivamente , con il
patrocinio dell’Avv. Simone Todde, davanti al Giudice Martino della sezione
lavoro del tribunale di Palermo l’annosa vicenda di nove dipendenti 7 Gesap e 2
ex Gesap trasferiti in G.H. Tutto risale
a parecchi anni fa ( periodo Maniscalco ) quando 23 dipendenti di allora
decisero di affidarsi allo studio legale di cui sopra per il riconoscimento del
livello di appartenenza. Grazie ai “suggerimenti
“ e per pura sudditanza 14 dipendenti furono dissuasi dal percorrere le vie
legali. Ai restanti 9 , anche se a distanza di quattro anni , è stato dato il
giusto riconoscimento con il rimborso dai 4000,00 agli 11000,00 euro di
arretrati. Serva da monito a quel soggetto che- grazie al suo suggerimento - ha
impedito -per fare “forse “ un favore a
qualcuno che questi lavoratori avessero quello che è stato riconosciuto ad
altri.
Festa grande a Punta Raisi
[U sulu quannu
affaccia, affaccia pi tutti. Il
sole quando spunta, spunta per tutti! Frase siciliana] Era da tanti anni
che non si vedeva uno sciopero
(purtroppo solo di 4 ore) così partecipato: hanno aderito il 78% dei dipendenti
Gh in turno, inoltre va registrato che 14 lavoratori, colti da malore, sono
rimasti a casa. Questo significa che quando si parla di argomenti che interessano la collettività il dipendente risponde: defiscalizzazione dello straordinario, integrativo e clausola sociale ... sono argomenti che interessano tutti. I livelli e i trasferimenti di comodo sono merce di scambio di un modo di fare sindacato che abbiamo sempre condannato. Importante la presenza
di stagionali Gh (al momento in attesa di rientrare) che hanno partecipato allo sciopero, uno solo dei 37 part time
ha manifestato. Nessun sindacalista, oggi, si è preso il permesso retribuito
per fare lo sciopero senza, così, perdere soldi; Giacomo De Luca (Cisal), accusato di
fare il furbo, ha timbrato. Il caposcalo Gh, De Ruggiero, è sceso alle
partenze e ha avuto modo di apprezzare la bontà della manifestazione,
scambiando alcune cordiali battute con i suoi ragazzi. Visto il successo di oggi gli organizzatori
(Ugl e Cisal) hanno intenzione di replicare a breve, con un altro sciopero,
preferibilmente nel periodo di carnevale. Che tristezza,però, non vedere
gli striscioni della triplice, gli assenti hanno sempre torto questo è
risaputo e non è il caso di dire “chi non ha peccato scagli la prima pietra”. Peccato
avete perso una grande occasione ...
giovedì 26 gennaio 2012
DOMANI SCIOPERO
[Gli dei ci spingono come palle. Plauto] Lo sciopero di 4 ore
(dalle ore 12 alle 16) di domani, proclamato dalla Cisal e Ugl, a Punta Raisi
sembra che, al di là delle problematiche messe all’ordine del giorno
(defiscalizzazione, clausola sociale …) si è sempre di più personalizzato,
radicalizzato Lo sciopero sembra fatto
contro il direttore generale Carmelo Scelta che sarebbe stato anche denunciato
dai sindacati per comportamento antisindacale. Il popolo, gli operai contro il cardinale Richelieu
Carmelo Scelta e la sua corte dove convivono ingegneri,
sindacalisti, operai … tutti fedelissimi e spesso ricambiati con il super
minimo elargito con criteri segreti ai comuni mortali. Super minimo che
ovviamente è proporzionale alla fedeltà data. Questa abitudine medioevale di
premiare i più affettuosi e servizievoli dipendenti ha, negli anni, contribuito
a incrementare il malessere della gente. In tutti questi anni la Gesap ha
risposto sempre picche al rinnovo dell’integrativo. Adesso abbandoniamo le cronache da basso
impero che imperversano a Punta Raisi e parliamo dello sciopero nazionale che
vede in prima linea le sigle sindacali autonome. Domani sciopero generale di 24
ore dei trasporti proclamato dai sindacati di base. Fermi treni, aerei,
trasporto locale, collegamenti marittimi e personale Anas. Usb, Slaicobas,
Orsa, Cib-Unicobas, Snater, Sicobas e Usi protestano contro le privatizzazioni
e liberalizzazioni, «strumento per ridurre l’occupazione e aumentare a
dismisura la produttività e l’orario di lavoro» e in risposta all'«attacco a
contratti e salari aggravato dall’accordo del 28 giugno». A partire dalle 21
del 26 gennaio e fino alle 21 del 27 sciopereranno gli addetti alla
circolazione dei treni. Fatte salve le fasce protette. Fermi i collegamenti con
le isole e il personale compreso quello turnista. Fermo anche tutto il
personale dell’Anas dal 6 domani alle 6 del 28 gennaio. La protesta, indetta
dai sindacati Orsa e Unione Sindacale di Base (Usb) a Roma interesserà tutte le
aziende del comparto trasporti. Lo rende noto l’Agenzia per la Mobilità. La
protesta si svolgerà secondo le consuete modalità, con due fasce di garanzia
per gli utenti: la prima dall’inizio del servizio e fino alle 8,30; la seconda
dalle 17 alle 20. Su iniziativa dei sindacati, in Atac lo sciopero inizierà
alle 9 per permettere ai cittadini di partecipare a una manifestazione indetta
dagli stessi in piazza della Repubblica. Durante la protesta, quindi, possibile
stop per bus, filobus, tram, metropolitane A e B e ferrovie Roma-Lido,
Roma-Giardinetti e Roma-Civitacastellana-Viterbo, mentre il servizio delle
linee periferiche gestite da Roma Tpl non sarà garantito a partire dalle 8,30.
Nella notte tra il 26 e il 27 gennaio a rischio il servizio delle linee notturne,
i 27 collegamenti identificati dalla lettera ’n’.Venerdì 27 non saranno inoltre
garantite le attività al pubblico dell’Agenzia Roma Servizi per la mobilità: lo
sportello di piazzale degli Archivi 40; il contact center 0657003 e il numero
verde disabili 800154451; il box informazioni della stazione Termini e di
Fiumicino e i check-point bus turistici di Aurelia, Laurentina e Ponte Mammolo.
Sono esclusi dallo sciopero portieri, guardiani, addetti ai centralini
telefonici e ai servizi di sicurezza compresi quelli delle metropolitane, gli
ingegneri centrali, i capi tecnici centrali, i capi movimento centrali e dovrà
essere garantita la presenza dell’ausilio in sala operativa. Nella giornata
dello sciopero dei trasporti, a Roma sfilerà dalle 9,30 alle 14 la
manifestazione indetta dai sindacati di base della categoria. Trentuno le linee
deviate durante la mattina. Il corteo partirà da piazza della Repubblica per
arrivare a San Giovanni e sfilerà lungo viale Einaudi, via Cavour, piazza Santa
Maria Maggiore, via Merulana, viale Manzoni, via Emanuele Filiberto. Nelle ore
della manifestazione saranno limitate o deviate 31 linee del trasporto
pubblico: H, 3, 5, 8 (solo le vetture in uscita o rientrata dai depositi), 14,
16, 36, 40Express, 53, 60Express, 64, 70, 71, 75, 81, 84, 85, 87, 105, 170,
175, 186, 218, 360, 590, 665, 673, 714, 810 e 910.
Blu Panorama e Wind jet entrano nel gruppo Cai

martedì 24 gennaio 2012
AAA … CERCASI NUOVO DIRETTORE GENERALE ALLA GESAP
[I cosi su dui: o
si spacca u sticchiu o si rumpi a minchia. Le cose sono due: o si rompe la vagina o si rompe il pene. Frase siciliana] Con una nota, di poche righe, la commissione di garanzia (nota del 24/1/12-prot. 0001177/TA) ci fa capire che la Gesap spa è gestita da persone incompetenti. L'oggetto del contendere è la legittimità dello sciopero di giorno 27/1 proclamato a Punta Raisi. Se non avessimo avuto l'art. 18, che tutela i lavoratori, il dg della Gesap dovrebbe essere licenziato per giusta causa? Si, perché, se ti occupi dei rapporti con i sindacati devi conoscere le leggi che regolamentano questo tipo di attività. I lavoratori, devono essere sempre difesi, gli incompetenti a casa. “Considerato,altresì, che, dalla documentazione acquisita emerge la mancata
convocazione delle organizzazioni sindacali, da parte dell’azienda, in
occasione della prima fase delle procedure, la commissione ha deliberato,
inoltre, di rammentare, a Gesap spa, l’obbligatorietà, per entrambi le parti
dell’esperimento delle procedure di raffreddamento e di conciliazione”. Praticamente
il presidente della commissione di garanzia, Roberto Alesse, “rammenta”, ricorda
a Carmelo Scelta, direttore generale della Gesap, che l’ignoranza non è una
colpa ma nemmeno può essere considerato un vanto. Mamma mia ragazzi, siamo alla
frutta, speriamo che i tre moschettieri, in un modo o nell’altro, riescano a
dare un minimo di dignità alla Gesap. La commissione, nella seduta del 23
gennaio 2012, su proposta del presidente, Roberto Alesse, ha deliberato il non
luogo a procedere, atteso che l’articolo 31 della regolamentazione provvisoria
del trasporto aereo stabilisce che la seconda fase delle procedure, in sede
amministrativa, deve esaurirsi entro 10 giorni dalla richiesta. Le organizzazioni
sindacali hanno inoltrato richiesta per
l’esperimento della seconda fase in data 5 dicembre 2011 ed hanno proclamato lo
sciopero in assenza di convocazione del prefetto di Palermo, in data tre
gennaio 2012.
E lo Stato paga
[Non abbiamo niente contro l’altro a patto che la sua
presenza non sia intrusiva, che l’altro non sia veramente altro. Slavos Zizek] Il
padrino si dichiara “nullatenente” e lo Stato gli paga l'avvocato. Il caso di
Vincenzo Virga, boss di Trapani, indicato come il mandante dell'uccisione di
Mauro Rostagno, non è il primo e neppure il più eclatante. Ma è quello che, in
un clima di controlli fiscali sempre più stringenti, sta provocando reazioni
sconcertate. Virga, già condannato a
vari ergastoli, ha chiesto il gratuito patrocinio perché sostiene di essere
quasi ridotto in uno stato di indigenza in seguito alla confisca del
patrimonio. La legge prevede che sia l'erario a pagare la difesa quando
l'imputato dimostra di avere un reddito inferiore a 9 mila euro l'anno. Il
gratuito patrocinio viene concesso dal giudice titolare del procedimento e solo
al momento in cui il legale chiede la liquidazione della parcella scattano i
controlli dell'Agenzia delle entrate. È già accaduto altre volte con personaggi
mafiosi di rilievo. E con esiti differenti.
Il boss Giuseppe Graviano, condannato per l'uccisione di padre Pino
Puglisi e ora accusato nel processo di revisione di avere organizzato
l'attentato al giudice Paolo Borsellino, è stato condannato a un anno e 8 mesi
per essersi finto “povero” ottenendo il gratuito patrocinio per due processi. Per
un boss condannato ce n'è uno assolto. E anche lui non è una figura secondaria
di Cosa nostra trattandosi di Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina. Nel
2004 aveva chiesto allo Stato di pagare il suo avvocato perché, sosteneva, non
aveva né redditi né beni. “Tutto - ha sostenuto il suo legale, Giovanni Anania
- gli è stato confiscato, anche alcuni regali di nozze”. A Nino Madonia
l'assistenza gratuita venne revocata quando si accertò che in carcere indossava
abiti “griffati”. Nel caso di Virga è stata la Corte d'assise di Trapani,
davanti alla quale si celebra il processo Rostagno, ad ammetterlo al gratuito
patrocinio mentre l'Agenzia delle entrate deve ancora dare il suo giudizio
definitivo.
lunedì 23 gennaio 2012
Enac firma con Gesap contratto di programma
![]() |
Aeroporto internazionale di Palermo - Punta Raisi |
[‘N capu a vaddara
u cravunchiu. Sopra la verruca
il brufolo. Frase siciliana]L'Enac ha firmato il contratto di programma
con la Gesap, società di gestione dell'Aeroporto di Palermo. Il documento
disciplina i vari aspetti del rapporto tra lo Stato e la società che gestisce
lo scalo. Rappresenta quindi lo strumento di regolazione tariffaria per
l'utilizzo delle infrastrutture aeroportuali e permette il riscontro da parte
dell'Enac dell'attuazione del piano di investimenti, del piano della qualità e
della tutela ambientale che la Società di gestione si impegna a realizzare
durante il periodo contrattuale. Il contratto prevede, nel periodo di 4 anni,
una serie di investimenti infrastrutturali sullo scalo pari a quasi 62 milioni
di euro. Il contratto di programma
e il nuovo piano tariffario definito entreranno in vigore, secondo i termini di
legge, dopo sessanta giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del
relativo decreto. “Si avvia una stagione di nuove certezze per la crescita
dell'aeroporto di Palermo - dice presidente dell'Enac Vito Riggio - Da una
parte, infatti, il contratto assicura alla Gesap le entrate necessarie allo
sviluppo del piano degli investimenti, dall'altra parte permette all'Enac di
avere strumenti più incisivi per svolgere il proprio ruolo di vigilanza e
controllo sull'attuazione dei programmi che la società di gestione si impegna a
realizzare durante il periodo contrattuale”. Avete capito bene, l’Enac (della
serie la sai l’ultima) dovrà controllare l’operato della Gesap. Ma come ha speso i soldi pubblici la Gesap? La Gesap negli anni 2009 e 2010 ha affidato
incarichi di consulenza professionale così distinti: Compagnia di Progetto nel
2009 217.000,00 € e nel 2010 972.000,00 €; 1.241.000,00 alla CdP desing srl;
all’ing. Sergio La Barbera solo nel 2009 60.000€; alla Lodestar partners nel
biennio solo 535.000,00€; Sineri arch. 183.00,00€; studio Gaudiano €
498.000,00; Tecnogeco srl 1.824.000,00 €; Ttt srl solo nel 2009 848.000,00€;
158.000,00€, nell’arco dell’anno 2009, XW industrial … . Va precisato che tali
incarichi sono nella stragrande maggioranza qualificati come “consulenza alla
progettazione” ma anche consulenza agli studi di fattibilità e alla redazione
dei bandi di gara. Da una più attenta analisi emerge che nel periodo che va
dalle dimissioni del precedente AD (tre giugno 2010), all’insediamento del
nuovo cda (nove agosto 2010), sono stati affidati alla Compagnia di Progetto
spa, dal 3 al 21 giugno 2010, n. 15 incarichi per complessivi 800.000 euro,
alla Cdp design srl n. 19 incarichi per complessive 565.000 euro, alla
Tecnogeco srl n.17 incarichi per oltre 500.000 euro in data 9 luglio 2010 e
sempre alla Tecnogeco altri 12 incarichi per complessivi 700.000 euro in data
21 luglio 2010. Nello stesso mese di luglio 2010 sono stati affidati allo
studio Gaudiano n. 3 incarichi di progettazione per complessive 193.000 euro.
Non si capiscono quali ragioni di urgenza fossero alla base di tale iniziativa,
anche in considerazione, del fatto che da li a poco tempo(il 30 luglio)
l’assemblea dei soci avrebbe rinnovato il cda. Inoltre, l’unica riunione del
cda (20 luglio 2010) successiva alla dimissione dell’ad, cui sino ad allora era
delegata la materia, che avrebbe dovuto esprimere gli indirizzi da seguire in
assenza dell’ad ancora non è consultabile in quanto il relativo verbale non è
stato trascritto nel competente registro come non risultano trascritti i
verbali del tre giugno, del nove agosto del 21 ottobre, sempre del 2010.
Stupisce in particolare la mancata trascrizione del verbale in data 9 agosto
atteso che lo stesso è oggetto di impugnativa del socio CCIA e del consigliere
Helg. L’odg del Cda del 20 luglio 2010 prevedeva al punto 1 “cooptazione
amministratore delegato” ed al punto 4 “ratifica attività gestionale del
direttore generale nel periodo di vacatio dell’amministratore delegato”; si
desume, quindi, che le dimissioni dell’ad, presentate direttamente in cda siano
da ritenersi irrevocabili e con effetto immediato; tuttavia, poiché non è dato
consultare il verbale di tale seduta all’attuale cda viene di fatto impedito di
sapere se la ratifica è avvenuta, oppure non avvenuta, così come viene inibita
la possibilità di revoca in autotutela del citato atto deliberativo. Appare
alquanto strano il fatto che in data 22 e 29 marzo 2010 siano stati affidati
due incarichi alla Compagnia del progetto spa e tra i destinatari della
comunicazione, a firma del precedente ad e del responsabile degli aa.gg.
compaiano anche due dirigenti che all’epoca risulterebbero non dipendenti della
Gesap essendo stati assunti in data primo maggio 2010. Sempre la Gesap negli
anni 2009 e 2010 ha affidato sette incarichi di consulenza giuridico – legali
pur avendo un board giuridico nella pianta organica.
A TAVOLA CON LA CRISI/10-MINESTRA DI CASTAGNE BIANCHE CON RISO
500
gr castagne bianche secche, 400 gr di riso, burro, formaggio e un pizzico di
cannella in polvere.
Gettate in una pentola con acqua tiepida le castagne e fatele cuocere. Cotte tenere aggiungete il riso e dell'acqua bollente salata se serve. Quando il riso sarà cotto, condite la minestra con burro, formaggio, e con un pizzico di cannella. Dieci anni vissuti all'insegna del rialzo dei prezzi. Dall'ingresso dell'euro, nel gennaio 2002, ad oggi la perdita del potere d'acquisto per il ceto medio è stato del 39,7%. Facendo i conti, il Codacons ha stimato che una famiglia di quattro persone, in 10 anni, ha dovuto subire una stangata di circa 10.850 euro. Un fuoco di fila fatto di aumento dei prezzi, rincari delle tariffe, manovre economiche, caro-affitti e caro-carburanti. Sui dieci anni dell'euro il Codacons (Coordinamento delle associazioni a tutela dei diritti dei consumatori) ha elaborato uno studio e stilato una lista di cento prodotti con il prezzo che avevano nel 2001, negli ultimi giorni di vita della lira, tradotto in euro e il costo attuale con la relativa percentuale di aumento. E così, per esempio, al top della classifica per maggiore percentuale di rincaro c'è la penna a sfera con +207,7%, seguita dal tramezzino con +198,7%, dal cono gelato con +159,7%. Aumenti che appaiono vertiginosi per questi prodotti di largo consumo. “Un vero e proprio massacro per le tasche delle famiglie italiane” commenta il Codacons che rivendica di essere stata “la prima associazione che nel gennaio 2002, quando venne introdotto l'euro, denunciò gli aumenti selvaggi e le speculazioni da changeover - spiega il presidente Carlo Rienzi. Allora venimmo accusati di euroscetticismo e di terrorismo mediatico, mentre oggi tutti ci danno ragione, perchè la prova di ciò che è successo è sotto gli occhi di chiunque, a partire dagli stessi commercianti, prime vittime della loro stessa politica suicida”. Fra i prodotti che hanno subito i maggiori rialzi di prezzo ci sono anche la confezione di caffè da 250 grammi (+136,5%), il supplì (+123,9%), un chilo di biscotti frollini (+113,3%), la giocata minima del lotto (+92,3%). Ma il salasso non si è fermato, anzi si abbatterà sulle famiglie anche nel 2012 e negli anni successivi, secondo l'associazione che chiede al governo interventi straordinari per tutelare i redditi del ceto medio-basso. In particolare bloccare le tariffe per almeno cinque anni e disporre “il regime di prezzi amministrati sui beni di largo consumo, che risentiranno maggiormente delle variazioni al rialzo dei listini, e che più di tutti incidono sulla spesa del ceto medio - basso”. [segue]
Gettate in una pentola con acqua tiepida le castagne e fatele cuocere. Cotte tenere aggiungete il riso e dell'acqua bollente salata se serve. Quando il riso sarà cotto, condite la minestra con burro, formaggio, e con un pizzico di cannella. Dieci anni vissuti all'insegna del rialzo dei prezzi. Dall'ingresso dell'euro, nel gennaio 2002, ad oggi la perdita del potere d'acquisto per il ceto medio è stato del 39,7%. Facendo i conti, il Codacons ha stimato che una famiglia di quattro persone, in 10 anni, ha dovuto subire una stangata di circa 10.850 euro. Un fuoco di fila fatto di aumento dei prezzi, rincari delle tariffe, manovre economiche, caro-affitti e caro-carburanti. Sui dieci anni dell'euro il Codacons (Coordinamento delle associazioni a tutela dei diritti dei consumatori) ha elaborato uno studio e stilato una lista di cento prodotti con il prezzo che avevano nel 2001, negli ultimi giorni di vita della lira, tradotto in euro e il costo attuale con la relativa percentuale di aumento. E così, per esempio, al top della classifica per maggiore percentuale di rincaro c'è la penna a sfera con +207,7%, seguita dal tramezzino con +198,7%, dal cono gelato con +159,7%. Aumenti che appaiono vertiginosi per questi prodotti di largo consumo. “Un vero e proprio massacro per le tasche delle famiglie italiane” commenta il Codacons che rivendica di essere stata “la prima associazione che nel gennaio 2002, quando venne introdotto l'euro, denunciò gli aumenti selvaggi e le speculazioni da changeover - spiega il presidente Carlo Rienzi. Allora venimmo accusati di euroscetticismo e di terrorismo mediatico, mentre oggi tutti ci danno ragione, perchè la prova di ciò che è successo è sotto gli occhi di chiunque, a partire dagli stessi commercianti, prime vittime della loro stessa politica suicida”. Fra i prodotti che hanno subito i maggiori rialzi di prezzo ci sono anche la confezione di caffè da 250 grammi (+136,5%), il supplì (+123,9%), un chilo di biscotti frollini (+113,3%), la giocata minima del lotto (+92,3%). Ma il salasso non si è fermato, anzi si abbatterà sulle famiglie anche nel 2012 e negli anni successivi, secondo l'associazione che chiede al governo interventi straordinari per tutelare i redditi del ceto medio-basso. In particolare bloccare le tariffe per almeno cinque anni e disporre “il regime di prezzi amministrati sui beni di largo consumo, che risentiranno maggiormente delle variazioni al rialzo dei listini, e che più di tutti incidono sulla spesa del ceto medio - basso”. [segue]
domenica 22 gennaio 2012
Wind jet dialoga con la Cgil

Più dignità per gli operatori Uges di Punta Raisi
[L'aceddju nta jaggia canta pì mmiria o pi rraggia. L'uccello in gabbia canta per invidia o per
rabbia. Frase siciliana] Nuovo bando di Gara (www.gesap.it)
per l’esecuzione dei servizi di accompagnamento ed assistenza diretta alle
persone con disabilità o con mobilità ridotta (PRM) sull’Aeroporto “Falcone e
Borsellino” di Palermo scade il 6/3 alle ore 12. Questo settore, molto
importante strategicamente, non è valorizzato per come dovrebbe. A Punta Raisi non sono mancati casi gravi che
avrebbero potuto far rescindere il contratto, ma la Gesap è troppo indaffarata
a trasferire e licenziare i propri dipendenti, per poi riassumerli … Spesso
usato e utilizzato come promessa sotto campagne elettorali, in questi ultimi
decenni, da politici indigeni e indegni. Indegni perché chi va a lavorare al
Prm (uges) di Punta Raisi ha un “salario” di 350 € al mese e lavora 10/12 al
giorno. In altri scali italiani il salario è diverso (a Napoli Capodichino 800 € e a Roma Fiumicino 1.000) con turni di
lavoro meno massacranti.
"Fratelli musulmani" in Egitto il 47,18% dei voti
[Un giornale è innanzitutto
una questione di stile. Garrison Keillor]I Fratelli Musulmani hanno ottenuto il
47,18% dei seggi del Parlamento, stando ai risultati ufficiali delle elezioni
legislative annunciati dalla Commissione
elettorale egiziana. Il Partito Libertà e Giustizia (Plg), espressione politica
della fratellanza, ha ottenuto 245 seggi nella nuova Assemblea del Popolo, ha
detto il capo della Commissione, Abdel Moez Ibrahim. Dei 245 seggi conquistati
dal Plg, 127 sono risultati eletti con il sistema proporzionale, e gli altri
108 con il sistema maggioritario a doppio turno. I risultati definitivi
confermano quelli provvisori già diffusi. Il partito fondamentalista salafita
Al-Nour è arrivato in seconda posizione, con 121 seggi (circa il 24%). Il
partito liberale Wafd ha ottenuto il 9% dei seggi. L'Assemblea del Popolo è
composta da 498 deputati eletti più dieci nominati dal Consiglio militare che
guida il paese da quando lo scorso febbraio è stato deposto l'ex presidente
egiziano Hosni Mubarak.
Su art.18 pretesti antisindacali?
[Anche se viviamo in modo moderno, alla fine moriremo in
modo tradizionale. Tomas Eloy Martìnez] Permessa: l’art. 18 è stato per tanti
anni una garanzia legittima per molti lavoratori, quando però esistevano tre
situazioni: la disoccupazione, i lavoratori a tempo indeterminato e chi,
invece, lavorava in nero. Oggi esistono una miriade di contratti, troppi. E poi per quale motivo bisogna difendere un
operaio che fa di tutto per non lavorare? O un insegnante di italiano che non
conosce la grammatica, la matematica,se insegna calcolo … gli inetti vanno
licenziati per giusta causa. Ovviamente se mi sei antipatico non ti posso
licenziare. Arriva su twitter la presa
di posizione della Cgil sull'art. 18. ”Il vero totem è pensare che la recessione
si possa superare cancellandolo”, scrive la Cgil ricordando che “in Italia la
stragrande maggioranza delle imprese è sotto i 15 dipendenti e quindi non è
tenuta ad applicarlo”. “Se qualche
giuslavorista volesse spiegarci la necessità di cancellare l'art.18 dopo queste
verità oggettive, lo ascoltiamo”. Insomma, sembra che la sua cancellazione “sia
solo un pretesto antisindacale”. I sindacati commentano con preoccupazione il
dato Istat sui posti vacanti in Italia fermi rispetto allo scorso anno. Per la
Cgil è “un evidente segnale del blocco della produzione e dei consumi e della
loro nefasta ripercussione sull'occupazione”. Sulla stessa linea la Uil. Mentre
secondo la Cisl e l'Ugl il dato mostra la forte discrepanza tra offerta e
domanda di lavoro. Entrambi i sindacati giudicano, quindi, urgente il rilancio
dell'apprendistato. In Italia 3 persone su 4 in cerca di un lavoro bussano alla
porta di amici e parenti o alla sede di un sindacato. L'aiuto di un
intermediario risulta lo strumento preferito per trovare un posto. È quanto emerge da tabelle Eurostat (rapporto “Methods
used for seeking work”).
sabato 21 gennaio 2012
Italia in recessione, pil 2012 -2,2%
[Domanda: chi racconta la
storia? Vi do un indizio: non siete voi. Louise Doyghty]Economia italiana in
recessione nel 2012 e 2013. Secondo le ultime stime del Fmi, il Pil subirà un
calo del 2,2% quest'anno e dello 0,6% il prossimo. Si tratta di un taglio di
2,5 punti percentuali per il 2012 e di 1,1 punti per il 2013 rispetto alle
previsioni di settembre scorso. L'eurozona “è sull'orlo della recessione”. Lo
ha detto il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, a Lussemburgo,
spiegando che “siamo ai margini della recessione tecnica”. La recessione
“tecnica”, per gli economisti, scatta quando si registrano due trimestri
consecutivi di calo del Pil. Questo è “probabilmente
il momento di maggiore criticità nella storia del capitalismo” secondo Raghuram
Rajan, consigliere del primo ministro indiano ed ex economista dell'Fmi,
intervenuto con un video al convegno della Fondazione Italcementi. “Abbiamo bisogno
di definire le modalità dell'intervento pubblico - ha proseguito Rajan - , di
incrementare la formazione della forza lavoro, di migliorare la stabilità del
sistema finanziario”.
Duty free Punta Raisi nuova gara
[‘A matinata fa a jurnata. Buon giorno si vede dal mattino. Chi si sveglia presto al mattino, già ha
fatto parte della giornata. Frase siciliana] Procedura aperta, per l’affidamento in subconcessione (www.gesap.it) di aree e/o locali
all’interno dell’aerostazione “Falcone e Borsellino” in zona airside, destinati
all’attività di rivendita di prodotti commerciali denominata Travel Ret scade
il 13/2 alle ore 14. Speriamo che questa volta i cosiddetti manager della Gesap
affideranno la gestione Duty free a una azienda, che oltre a essere solida, che
si faccia carico dei sette dipendenti ex Sole Ligabue che dal 15/5 sono in
mobilità.
Anonymous all'attaccato
[Nessun individuo sarà condannato per un comportamento
commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetrato, non
costituisce reato secondo il diritto interno o secondo il diritto
internazionale. Non potrà del pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella
applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso. Dichiarazione dei Diritti dell'uomo] Anonymous
ha attaccato il sito web del dipartimento della giustizia degli Stati Uniti, in
segno di rappresaglia per la chiusura disposta dall'Fbi di uno dei più popolari
siti web di file-sharing, megaupload.com. Sotto attacco anche i siti del “Recording
Industry of America”, della “Motion Picture Association of America” e della “Universal
Music”. L'Fbi ha annunciato la chiusura megaupload e l'arresto di sette
persone, nell'ambito di un giro di vite globale contro la pirateria online. Il
fondatore di Megaupload, il sito chiuso dal Fbi nell'ambito di una operazione contro
la pirateria, afferma di “non avere nulla da nascondere”. Lo ha sottolineato
Kim Dotcom, alias Kim Schmitz, il tedesco di 37 residente in Nuova Zelanda,
dove è stato arrestato, considerato il padre del network di file-sharing,
comparendo davanti a un tribunale neozelandese. I sette arrestati, del gruppo “Mega
Conspiracy”, sono accusati di reati informatici che hanno generato 500 mln di
dollari di danni.
venerdì 20 gennaio 2012
Lo sciopero a Punta Raisi del 27/1 è legittimo

I SOLDI DELLA MALAVITA PER SALVARE L'ITALIA/34
Continua la protesta …
[Puntiari è megghiu ‘i cusiri. (Inteso
nel gioco delle carte) Meglio far
qualche punto che non farne alcuno. Frase siciliana] Dedicato ai
sindacalisti che hanno paura quando si parla di sciopero o di lotta in genere, e che amano giocare a tre sette con il morto con,
ovviamente, le carte truccate. Quando decidi di ottenere qualcosa
(defiscalizzazione dello straordinario, clausola sociale …) scaduto l’ultimatum
si blocca tutto, in maniera pacifica. Speriamo che la triplice prende appunti
per farne, in seguito, buon uso. Quinto
giorno consecutivo per la protesta del movimento Forza d'urto:
autotrasportatori, agricoltori, pescatori, con presidi in punti nevralgici di
varie province siciliane blocca il passaggio di tir e camion. Benzinai chiusi
nelle grandi città perché non sono stati riforniti di carburante, supermercati
con poche derrate, acqua minerale ormai rarissima. Poche le auto in
circolazione: grandi strade semivuote. Ed oggi prevista anche la protesta degli
studenti che manifestano in appoggio al movimento.
giovedì 19 gennaio 2012
In Catalogna tassa su turisti
[Un uomo benevolo dovrebbe permettersi qualche
difetto, per non far fare brutta figura ai propri amici. Benjamin Franklin] Vacanze più care a Barcellona e in
Catalogna per le centinaia di migliaia di italiani che vi si recano ogni anno:
il governo regionale ha deciso di introdurre una nuova tassa sui pernottamenti
dei turisti nella regione,alla quale spera di ricavare circa 100 milioni di
euro ogni anno. Il prelievo sarà compreso fra 1 e 3 euro per notte e per
turista, a seconda della categoria di alloggio scelto. Sarà applicato a
alberghi, appartamenti turistici, camping, turismo rurale, navi da crociera. È entrato anche, formalmente, in vigore il
divieto delle corride in Catalogna, approvato dal Parlamento catalano nel
luglio del 2010, e dopo che nel luglio scorso la Camera ha bocciato la proposta
del Partito Popolare e del partito Ciudadanos di rettifica dell'abolizione.
Durante l'ultimo anno si sono svolti una quindicina di combattimenti di tori
nella regione. A Barcellona l'ultima corrida tenuta a settembre aveva visto la
partecipazione di celebri matador. Il deficit della Spagna potrebbe aver superato
nel 2011 l'8% del Pil. Lo ha detto il ministro dell'Economia spagnolo, Luis de
Guindos, in un'intervista a radio Cadena Ser citata da Bloomberg. Solo la
scorsa settimana il nuovo governo di Madrid aveva peggiorato le stime rispetto
all'obiettivo di un Deficit-Pil al 6%. Il nuovo piano di austerity da 15 miliardi,
ha spiegato il ministro, e perciò ”un atto di responsabilità” per evitare al
Paese una situazione insostenibile”. La Spagna di Mariano Rajoy sta andando nella buona
direzione nella lotta contro la crisi del debito. Lo ha detto il presidente del
consiglio europeo Herman Van Rompuy dopo una colazione di lavoro con il nuovo
capo del governo di Madrid. In una conferenza stampa, Van Rompuy ha
sottolineato che Madrid ha già approvato la riforma sull'equilibrio di bilancio
e si prepara a vararne una del mercato del lavoro: “non solo necessaria, ma
un'emergenza in un paese con oltre il 20% di disoccupati”.
A TAVOLA CON LA CRISI/9 - ZUPPA DI PANE PESTO
Fate bollire del buon brodo, aggiungete un pò alla
volta del pane secco pestato e passato al setaccio, rimestate continuamente per
evitare che resti granelloso, bollite per qualche secondo, scolate e servite
con un pò di burro fresco. Nel 2010, il 18,2% dei residenti in Italia è,
secondo la definizione Eurostat, a “rischio di povertà”, il 6,9% si trova in
condizioni di “grave deprivazione materiale”, e il 10,2% vive in famiglie
caratterizzate da una bassa intensità di lavoro. L'indicatore sintetico del
rischio di povertà e di esclusione sociale, che considera vulnerabile chi si
trova in almeno una di queste tre condizioni, è pari al 24,5%, un livello
analogo a quello del 2009. A renderlo noto è l'Istat nel report su Reddito e
condizioni di vita. Nel biennio 2009-2010 risultano sostanzialmente stabili in
Italia sia il “rischio di povertà” (dal 18,4% al 18,2 %), sia quello di “grave
deprivazione materiale” (dal 7% al 6,9 %), mentre è aumentata dall'8,8% al
10,2% la quota di persone che vive in famiglie a bassa intensità di lavoro,
dove cioè le persone di 18-59 anni di età lavorano meno di un quinto del tempo.
Germania e Francia mostrano valori inferiori a quello italiano sia del “rischio
di povertà”, sia dell'indicatore di “grave deprivazione materiale”. In Italia e
in Francia è più marcato il rischio di povertà per i giovani fra i 18 e i 24
anni, rispetto alle generazioni più anziane. In Italia, inoltre, è più alto il
rischio di povertà per i minori di 18 anni. [segue]
mercoledì 18 gennaio 2012
PANETTINO E MONCADA PREOCCUPATI
[Quannu u sticchiu
jè ghiatu, a minchia jetta un sautu. Quando la vagina è in alto, il pene spicca un salto. Capacità di
adattamento alla necessità delle varie circostanze. Frase siciliana] Anche la
riunione della Cgil e della Cisl a Punta Raisi è stata molto affollata, segno
che i lavoratori vogliono capire. Le due sigle sindacali hanno chiarito per
quale motivo non hanno aderito allo sciopero di giorno 27/1, dopo aver aderito
al processo di raffreddamento. Secondo le due sigle sindacali la novità dello sciopero è nata dopo i trasferimenti fatti alla Gesap. La Cgil e la
Cisl incontreranno, a breve, i vertici della Gh e della Gesap per far ripartire
la trattativa e gradirebbero che anche il concreto contributo delle altre sigle
sindacali. In aeroporto, sempre secondo
la Cisl e Cgil, ci sono molti problemi da risolvere e che non sarà certo lo
sciopero a risolvere. Per quanto riguarda la detassazione dello straordinario i
due sindacati hanno coinvolto il caf delle rispettive strutture per dare delle
risposte chiare. Il sempre più preoccupante calo di passeggeri che nell’ultimo
trimestre ha toccato cifre drammatiche. Meridiana che ha cancellato tutti i
voli tranne le tratte sociali. La Wind jet che pensa di lasciare Punta Raisi … ecco cosa preoccupa la Cgil e la Cisl, se va
via la Wind Jet e Blu Panorama passa con AviaPartner che fine faranno i
dipendenti della Gh Pmo in esubero? Passano alla Gesap, aggiungiamo noi, caro
Panettino e Moncada.
martedì 17 gennaio 2012
Cisal e Ugl: la lotta non si ferma
[Un patri campa centu figghi ma centu figghi
non campanu un patri. Un padre
mantiene cento figli, mentre cento figli non riescono a mantenere un padre. Frase
siciliana] Secondo gli organizzatori altissima è stata la partecipazione
dei lavoratori all’assemblea organizzata in aeroporto dalla Cisal e Ugl. A Punta
Raisi, oggi, un nutrito gruppo di lavoratori ha partecipato alla riunione. Quando
si parla di soldi che mancano ogni mese in busta paga, la gente si sensibilizza
e partecipa. Alcuni interventi, nel corso della riunione, hanno voluto centrare
la domanda, polemica, la triplice dov’è?
Hanno seguito tutta la procedura di raffreddamento e, alla fine, nel più bello
non hanno risposto all’appello. La risposta arriverà domani nel corso dell’assemblea
indetta dalla Cisl e dalla Cgil. Nel frattempo
ci giungono voci che il Richelieu della Gesap (Carmelo Scelta) va dicendo
in giro che lo sciopero del 27/1, indetto dalla Ugl e Cisal, sarà revocato perché sarebbe illegittimo. Voci
tendenziose, opinioni opinabili non mancano mai a Punta Raisi.
3 moschettieri alla Gesap
[Cu ci attacca a
ciangianedda o' iattu? Chi
l'attacca la campanella al gatto? Di origine spagnola “chi si prende la
responsabilità”?] Il 27/1 ci
dovrebbe essere (di sicuro entro la fine del mese) l’ennesimo cda Gesap, si
affronteranno sempre le problematiche mai risolte che in questi mesi hanno
sempre dato motivo di imboscate politiche tra fazioni contrapposte che si
scompongono e ricompongono a seconda di come si svegliano i membri (e
sottolineo membri) del cda Gesap. Qualcosa, però, questa volta, sembra cambiare nella strategia. Proprio nel
giorno in cui la Cisal e l’Ugl hanno proclamato lo sciopero che coinvolgerà
tutti gli addetti allo scalo di Punta Raisi, avrà luogo il cda. I tre moschettieri della Gesap stanchi di essere scavalcati e apprendere
le decisioni del dg leggendo i giornali hanno deciso di scendere in campo. Athos (Vincenzo
Zummo), avrebbe convinto gli altri tre: Porthos (Stefano Mangano) e Aramis
(Dario Colombo), a cui poi si aggiunge D'Artagnan
(Mimmo Di Carlo), che bisogna fermare, assolutamente, il cardinale Richelieu (Carmelo Scelta). I tre sono stanchi di essere
“ostaggio” dei capricci, dell’arroganza … del dg della Gesap. Per questo motivo
non hanno avuto scelta e si cono coalizzati per combattere meglio. Nella voce “varie ed eventuali” i tre
moschettieri tenteranno di togliere tutti i poteri al cardinale Richelieu Carmelo Scelta. Riusciranno i tre moschettiere spadaccini a
raggiungere la vittoria? Lo sapremo presto. Al 30 dicembre avevano toccato
quota 4 milioni e 920 mila i passeggeri transitati dallo scalo
'Falcone-Borsellino' di Palermo. Un buon risultato, che conferma la crescita
dello scalo siciliano. In valori assoluti, l'aumento dei passeggeri è stato di
577 mila unità, dovuto anche all'incremento del 30% dei voli internazionali.
Nei primi nove mesi dell'anno, la performance positiva dell'aeroporto ha
marciato a doppia cifra. A settembre e ottobre scorsi, dopo Venezia, il
“Falcone-Borsellino” è stato il secondo aeroporto italiano per crescita del
numero di passeggeri. Negli ultimi due mesi dell'anno - sottolinea la Gesap -
si è invece registrata una piccola flessione del traffico, dovuto al minor
numero di voli effettuati dalle compagnie aeree. “Lo scalo palermitano- afferma il presidente di Gesap, Stefano Mangano
(Porthos) - sta compiendo importanti passi in avanti, lo vediamo anche dalle
infrastrutture che stanno nascendo e che daranno un volto nuovo e moderno
all'aerostazione. È evidente che il
nostro territorio rappresenta un forte richiamo per i turisti. Ciò ci spinge a
migliorare nei servizi e nelle prestazioni che, a chiusura di quest'anno, sono
positivi a punto da sfiorare il tetto dei 5 mln di passeggeri". Il
presidente Mangano dimentica che bisognerebbe fare una statua a Gheddafi,se
Palermo ha raggiunto questi risultati il merito è anche della guerra contro la
Libia con la conseguente chiusura parziale di Trapani Birgi.
lunedì 16 gennaio 2012
POSSIBILI ALTRI DECLASSAMENTI IN EUROPA
[È il ben pensare che conduce al ben dire. Francesco De Sanctis] Spagna e Italia sono tra i Paesi più vulnerabili ai rischi
sistemici, con la possibilità di un “immediato peggioramento” della situazione
economica. È quanto dichiara Moritz
Kraemer, managing director di S&P per il debito sovrano dell'Europa, nel
corso della conference call a commento delle decisioni del rating. Il rifinanziamento
di Spagna e Italia è “oltre la portata del fondo Efsf anche se in condizioni
normali” il debito dei due Paesi sarebbe gestibile. “Sono in aumento i rischi
sulla scia della crisi dei debiti sovrani ed ulteriori declassamenti sono
possibili”. Lo ha detto Moritz Kraemer, managing director di S&P per il
debito sovrano dell'Europa. Kraemer ha avvertito che “c'è un considerevole
rischio di un ulteriore peggioramento di bilancio nonostante i piani varati dai
Paesi” per fronteggiare la crisi. La politica italiana è cambiata “in modo marcato
sotto il nuovo Governo”, ma “i progressi italiani non sono sufficienti a
superare i venti contrari”. Nuovo schiaffo dell'agenzia di rating
Standard&Poor's che ha declassato il Fondo salva stati Efsf della Ue, dalla
tripla A a AA+. La decisione è legata all'ondata di downgrade di venerdì scorso
che ha colpito ben nove paesi della zona euro, tra cui Francia e Austria, soci
importanti dell'Efsf, ed arriva mentre il governatore della Bce Mario Draghi
lancia un nuovo allarme sulla tenuta della zona dell'euro. “Siamo in una
situazione gravissima”, ha detto Draghi nelle vesti di presidente dell'autorità
europea per i rischi sistemici in audizione davanti alla commissione
parlamentare economico-finanziaria. L'ex governatore Trichet, ha ricordato
Draghi, aveva parlato di “dimensioni sistemiche” della crisi, ma “da allora la
situazione è peggiorata”, ha ammonito Draghi. È
“vitale” perciò che le decisioni prese dai leader europei siano attuate
“tempestivamente e completamente”. “Gli strumenti di debito di lungo termine
emessi dall'Efsf - afferma invece Standard & Poor's in una nota - non sono
sostenuti dalle garanzie di membri con rating AAA. E ora sono coperti da
garanzie di membri con AA+. Riteniamo che i rafforzamenti necessari per
bilanciare quella che riteniamo una ridotta capacità di credito dei garanti dell'Efsf
al momento non ci siano”,
spiegano gli analisti dell'agenzia. Tuttavia, S&P si dichiara pronta a ridare
la tripla A se al fondo “salva-stati” verranno affidate risorse aggiuntive. Alla
fine “arriveremo a un accordo” sulla svalutazione del debito greco, che per
l'Istituto di finanza internazionale dovrebbe continuare a prevedere un
“haircut” del 50%. A dirlo è Josef Ackermann, presidente dell'iif, l'istituto
che rappresenta le istituzioni finanziarie creditrici nel negoziato. Arrivare a
un'intesa è “assolutamente cruciale”, ha
detto Ackermann.
domenica 15 gennaio 2012
Anno nuovo, tutto vecchio …
[Troppe
persone vogliono la stessa cosa, e quando si tratta di un posto, sono guai.
James Ellboy] Rappresentanti sindacali della Ksm, che preferiscono restare
nell’anonimato, ci riferiscono che lo stipendio non è stato ancora accreditato
e che forse domani verranno fatti i bonifici. L’azienda, secondo quanto ci
dicono sempre i rappresentanti sindacali, si giustifica dicendo che la crisi
tocca tutti i settori della società italiana, dunque bisogna avere pazienza. Si
spera che la stessa pazienza si possa trovare al supermercato, o quando la
banca ti chiama per la scopertura … Ma i sindacati denunciano anche che non
sarebbe stata pagata l’ultima rata dell’Irpef,non si parla più della defiscalizzazione, non esisterebbe più il
mancato riposo e ci sarebbero sempre più errori in busta paga. Infine, se non
hai soldi e sei un tantino incazzato, decidi di stare male, quando rientri ti
mandano di notte a controllare gli impianti fotovoltaici in piena campagna. Quando
chiedi perché restate iscritti al sindacato? Rispondono che, forse, hanno un minimo di tutela. Masochisti!
A TAVOLA CON LA CRISI/8- MINESTRA DI ZUCCA VERDE ALLA CONTADINA
1 zucca verde, 1oo gr lardo, 4 spicchi d'aglio, un
po' di prezzemolo, burro, formaggio, pepe.
Togliete la buccia alla zucca, tagliatela a fette sottili e gettatela in un tegame sul fuoco con due litri di acqua salata bollente aggiungete un trito preparato con il lardo, gli spicchi d'aglio e il prezzemolo. Cotta tenera aggiungete un pò di burro, formaggio e pepate. Servite con fette di pane, se preferite potete aggiungere riso o pasta. Ancora una volta le famiglie del Sud sono più in difficoltà rispetto a quelle del Nord e del Centro Italia. Secondo l'Istat il 12,9% delle famiglie abitanti nel Mezzogiorno è gravemente deprivato (ha cioè maggiori sintomi di disagio economico), valore più che doppio rispetto al Centro (5,6%) e più che triplo rispetto al Nord (3,7%). Le tipologie familiari più esposte al rischio di deprivazione materiale sono quelle con un alto numero di componenti o con un basso numero di percettori di reddito. Si trovano più frequentemente in condizioni di disagio le famiglie monoreddito, come gli anziani soli e i monogenitori, e quelle con tre o più figli minori. [segue]
Togliete la buccia alla zucca, tagliatela a fette sottili e gettatela in un tegame sul fuoco con due litri di acqua salata bollente aggiungete un trito preparato con il lardo, gli spicchi d'aglio e il prezzemolo. Cotta tenera aggiungete un pò di burro, formaggio e pepate. Servite con fette di pane, se preferite potete aggiungere riso o pasta. Ancora una volta le famiglie del Sud sono più in difficoltà rispetto a quelle del Nord e del Centro Italia. Secondo l'Istat il 12,9% delle famiglie abitanti nel Mezzogiorno è gravemente deprivato (ha cioè maggiori sintomi di disagio economico), valore più che doppio rispetto al Centro (5,6%) e più che triplo rispetto al Nord (3,7%). Le tipologie familiari più esposte al rischio di deprivazione materiale sono quelle con un alto numero di componenti o con un basso numero di percettori di reddito. Si trovano più frequentemente in condizioni di disagio le famiglie monoreddito, come gli anziani soli e i monogenitori, e quelle con tre o più figli minori. [segue]
Venerdì 13 per la Francia
[Berlusconi: “Attaccare i titoli italiani è una moda”. Spread à porter. www.spinoza.it]
Un venerdì 13 di passione per la moneta unica,
tra tagli di rating e nuove incertezze sul salvataggio della Grecia. Standard
and Poor's ha tagliato i rating di alcuni paesi dell'Eurozona, a partire dalla
Francia, che ha perso la valutazione massima della tripla A. Confermato anche
il taglio dell'Italia mentre nel gruppo dei declassati, appare oramai certo,
c'è anche un altro Paese fino a oggi giudicato a massima affidabilità
finanziaria, l'Austria e Paesi come Spagna e Portogallo, anch'essi investiti
sin dai mesi scorsi dalla tempesta finanziaria. La Germania resta così l'unico
grande Paese della zona euro con la valutazione massima. L'Italia passa quindi
al giudizio BBB+. La Francia è scesa a AA+, come ha confermato il ministro
delle Finanze Francois Baroin. L'annuncio ufficiale dell'agenzia di rating è
atteso in serata, dopo la chiusura di Wall Street. Le grandi banche
internazionali dell'Istituto internazionale della finanza (Iif) hanno intanto
sospeso i negoziati con Atene sulle modalità di ristrutturazione del debito
pubblico della Grecia. “I colloqui non avrebbero portato a una risposta
costruttiva da parte di tutti gli attori in campo”, si legge sul comunicato
dell'Istituto internazionale della finanza, notizia che incupisce ulteriormente
la situazione. Particolarmente brutta la notizia per il presidente francese
Nicolas Sarkozy che esattamente fra 100 giorni dovrà affrontare le elezioni
presidenziali.
Fitch taglia rating Ungheria
[Un uomo benevolo dovrebbe permettersi qualche
difetto, per non far fare brutta figura ai propri amici.
Benjamin Franklin] Una riunione di emergenza sulla crisi, che rischia di portare l'Ungheria alla bancarotta, si è tenuta nell'ufficio del premier magiaro Viktor Orban. Con lui si sono riuniti il ministro dell'Economia e delle finanze Gyoergy Matolcsy, il governatore della banca centrale Andras Simor, il negoziatore con il Fmi Tamas Fellegi, per decidere una strategia anti-crisi, in vista delle trattative con il Fmi e l'Ue. L'Ungheria ha chiesto un aiuto di 15-20 miliardi di euro. Fitch ha tagliato il rating dell'Ungheria a “spazzatura”, abbassandolo di un gradino a BB+ da BBB-. L'outlook è negativo. “Il declassamento dell'Ungheria riflette l'ulteriore peggioramento dei conti pubblici, delle prospettive di crescita e le crescenti difficoltà a finanziarsi sui mercati”, spiega Fitch sottolineando che ciò “è stato causato da politiche economiche non-ortodosse che minano la fiducia degli investitori e complicano la messa a punto di un nuovo accordo con Ue e Fmi”. L'Ungheria tenta di allentare la pressione dell'Ue e per dare un segnale di rispetto delle libertà d'opinione, il governo annuncia che proporrà al Parlamento un'amnistia per 43 manifestanti arrestati il 23 dicembre, fra cui 15 deputati socialisti e verdi e l'ex premier socialista Gyurcsany, che si erano incatenati davanti al parlamento per protestare contro la nuova costituzione, che la Commissione europea esaminerà per verificarne la conformità ai valori democratici europei. L'Ungheria è pronta ad avviare i negoziati senza precondizioni con il Fondo monetario internazionale (Fmi): lo ha dichiarato il Primo ministro conservatore, Viktor Orban, all'agenzia di stampa ungherese Mti. “Da parte nostra, non esiste nessuna precondizione per aprire i negoziati con l'Fmi”, ha detto il Primo ministro in questa intervista. “Tutte le questioni che le parti ritengono importanti potranno essere messe all'ordine del giorno”, ha aggiunto il capo del governo che è intervenuto al termine di una settimana, nel corso della quale l'Ungheria ha visto aumentare la pressione dei mercati finanziari sulla sfondo di tensioni con l'Ue e con lo stesso Fmi. Il ministro “Tamas Fellegi avrà un mandato per firmare un accordo che permetterà all'Ungheria di avviare un programma elaborato con l'Fmi”, ha precisato Viktor Orban.
Benjamin Franklin] Una riunione di emergenza sulla crisi, che rischia di portare l'Ungheria alla bancarotta, si è tenuta nell'ufficio del premier magiaro Viktor Orban. Con lui si sono riuniti il ministro dell'Economia e delle finanze Gyoergy Matolcsy, il governatore della banca centrale Andras Simor, il negoziatore con il Fmi Tamas Fellegi, per decidere una strategia anti-crisi, in vista delle trattative con il Fmi e l'Ue. L'Ungheria ha chiesto un aiuto di 15-20 miliardi di euro. Fitch ha tagliato il rating dell'Ungheria a “spazzatura”, abbassandolo di un gradino a BB+ da BBB-. L'outlook è negativo. “Il declassamento dell'Ungheria riflette l'ulteriore peggioramento dei conti pubblici, delle prospettive di crescita e le crescenti difficoltà a finanziarsi sui mercati”, spiega Fitch sottolineando che ciò “è stato causato da politiche economiche non-ortodosse che minano la fiducia degli investitori e complicano la messa a punto di un nuovo accordo con Ue e Fmi”. L'Ungheria tenta di allentare la pressione dell'Ue e per dare un segnale di rispetto delle libertà d'opinione, il governo annuncia che proporrà al Parlamento un'amnistia per 43 manifestanti arrestati il 23 dicembre, fra cui 15 deputati socialisti e verdi e l'ex premier socialista Gyurcsany, che si erano incatenati davanti al parlamento per protestare contro la nuova costituzione, che la Commissione europea esaminerà per verificarne la conformità ai valori democratici europei. L'Ungheria è pronta ad avviare i negoziati senza precondizioni con il Fondo monetario internazionale (Fmi): lo ha dichiarato il Primo ministro conservatore, Viktor Orban, all'agenzia di stampa ungherese Mti. “Da parte nostra, non esiste nessuna precondizione per aprire i negoziati con l'Fmi”, ha detto il Primo ministro in questa intervista. “Tutte le questioni che le parti ritengono importanti potranno essere messe all'ordine del giorno”, ha aggiunto il capo del governo che è intervenuto al termine di una settimana, nel corso della quale l'Ungheria ha visto aumentare la pressione dei mercati finanziari sulla sfondo di tensioni con l'Ue e con lo stesso Fmi. Il ministro “Tamas Fellegi avrà un mandato per firmare un accordo che permetterà all'Ungheria di avviare un programma elaborato con l'Fmi”, ha precisato Viktor Orban.
venerdì 13 gennaio 2012
Cisl e Cgil contro la privatizzazione di Punta Raisi
[Falla comu voi, sempri
cucuzza è! Condiscila come vuoi, rimarrà sempre una zucca. O in un modo o nell'altro, la sostanza è
sempre la stessa! Frase siciliana] Sindacati
sul piede di guerra: chiedono chiarezza attorno all’aeroporto
Falcone-Borsellino di Palermo. Cgil e
Cisl sono contrari alla privatizzazione dello scalo palermitano e hanno indetto
per giorno 18 gennaio un’assemblea (dalle ore 12 alle 14, dei lavoratori
Gh e della Gesap. Oramai dopo tante
chiacchiere sembra che questa volta il Comune di Palermo faccia sul serio:
sarebbe infatti in procinto di cedere le sue quote azionarie della Gesap, la
società che gestisce lo scalo palermitano. Il problema, secondo noi, è che
Punta Raisi in questi ultimi 15 anni è stata gestita malissimo, proprio dal
potere politico clientelare locale. Di conseguenza, un privato potrebbe rilanciare e
gestire lo scalo in maniera più corretta, senza arroganza ... Dunque, ben venga il privato. È uno degli affari più importanti che
si sta giocando a Palermo da milioni di euro che coinvolge i principali enti
della città, Comuni di Palermo e Cinisi, Provincia e Camera di commercio, ma
non solo. Una privatizzazione che se fatta adesso potrebbe fare la fortuna dei
pochi privati che al momento sono azionisti della Gesap, che a costi a dir poco
contenuti potrebbero trovarsi proprietari di uno scalo che rispetto ai circa 60
milioni di oggi da qui a un anno ne varrebbe sette o dieci volte di più, come
dicono molti, con una forbice che varia dai 300 ai 500 milioni di euro. Ma al
di là delle chiacchiere ai sindacati non piace che proprio oggi si stia
forzando la mano dal Comune di Palermo per la vendita delle quote azionarie a
pochi mesi dalle elezioni. Insieme alla Filt-Cgil a portare avanti questa
vertenza anche la Fti Cisl attraverso il suo coordinatore dello scalo Gaetano
Moncada. L’ipotesi della privatizzazione può avere risvolti di non poco conto
sul piano occupazionale.
Le amicizie “ pericolose” di Schifani/2
[Il potere logora chi non ce l’ha. Giulio Andreotti]
Non finisce di stupire il passato di Renato Schifani. Il presidente del Senato è stato indagato dal 1996 dalla Procura di Palermo per associazione mafiosa e un’altra decina di reati. Al termine di un complesso iter, la sua posizione è stata archiviata nel 2002. La vicenda prende origine dalle dichiarazioni del pentito Salvatore Lanzalaco e, al di là della sua irrilevanza penale, merita di essere riportata perché comunque descrive l’ambiente dal quale proviene il primo presidente del Senato indagato (e prosciolto) per mafia. I politici mettevano a disposizione i finanziamenti, le imprese si accordavano in modo da fare vincere una di loro, la mafia eseguiva i subappalti e incassava anche una tangente, come anche i politici. Lanzalaco racconta quello che sa su decine di gare. Il 18 dicembre del 1996 il collaboratore di giustizia viene sentito dal pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo Gaspare Sturzo sulla metanizzazione di Palermo. La gara da 140 miliardi di vecchie lire è stata aggiudicata il 14 dicembre del 1993 all’associazione temporanea di imprese capeggiata dalla Saipem di Milano e composta da Bonatti di Parma, Mediterranea Costruzioni Srl di Roma e Consorzio Emiliano Romagnolo (Cooperative bianche) che a sua volta girava il 10 per cento della sua quota del lavoro a due società siciliane: Cogepa e Climega. Secondo Lanzalaco la gara era stata truccata a suon di mazzette. Lanzalaco racconta che nell’accordo era inclusa una percentuale dell’1,5 per cento per la mafia e il suo socio Riccardo Savona (ora consigliere regionale) gli riferiva le lamentele della mafia a causa del mancato pagamento da parte delle imprese del nord. Lanzalaco racconta poi di essere andato a Parma a discutere prima dell’aggiudicazione con gli imprenditori della Bonatti sulla spartizione dei lavori. In questo contesto fa il nome di Schifani. “Altri documenti che ho predisposto- spiega Lanzalaco ai pm – riguardavano i cosiddetti patti parasociali che dovevano servire nella gestione del lavoro successivamente all’aggiudicazione dell’appalto della metanizzazione all’Ati composta da Saipem, Bonatti, Mediterranea e Cer, nella trasformazione della stessa in consorzio con la divisione delle quote dei lavori. Il Raimondo mi presentò tale Avvocato Schifani Renato come un esperto del ramo. L’ho conosciuto per la prima volta a Parma quando ci recammo lì come ho detto nei precedenti verbali, nella sede della Bonatti e ricordo che fu lo Schifani assieme ai legali della Bonatti a preparare i patti parasociali. Lo Schifani era a conoscenza di tutte le fasi illecite di gestione della gara, e mi risulta che fosse molto inserito tra i consulenti del Comune di Palermo”. Sulla base di queste e altre dichiarazioni di Lanzalaco, Schifani e altre 30 persone furono iscritte nel registro degli indagati il 13 marzo del 1996 per associazione mafiosa e altri reati. L’inchiesta fu archiviata nel marzo del 1998 ma quando a dicembre del 1998 il Gico della Finanza consegna finalmente l’informativa con alcuni riscontri, la Procura iscrive nuovamente Schifani e compagni. Il Gico scoprì che le ruspe erano di soggetti come il cugino del boss Salvatore Cancemi, Vincenzo Cancemi, e di una società di di Vito Buscemi, arrestato e sottoposto a misure di prevenzione. Buscemi – per una coincidenza della quale gli investigatori non si sono accorti – abita nel palazzo di via D’Amelio costruito dalla cooperativa Desio nella quale Schifani e Buscemi sono stati soci per breve periodo prima di diventare condomini. Le Fiamme gialle recuperano anche l’elenco dei passeggeri dei voli Palermo-Bologna nel periodo precedente all’assegnazione della gara, quando Lanzalaco sosteneva di avere lavorato con Schifani ai patti sociali tra emiliani e siciliani. Nell’informativa si riporta l’elenco dei passeggeri del volo del 29 ottobre 1993: Schifani era seduto accanto ai fratelli Michele e Aldo Raimondo. Michele, morto nel 1995, era il politico Dc che aveva garantito a Lanzalaco e ai suoi amici “una quota di 5 miliardi di lire sui lavori della Bonatti”. Mentre Aldo era l’imprenditore che – sempre secondo Lanzalaco – andava in giro con le valigette piene di soldi per i consiglieri comunali. Secondo il pentito: “Quando chiesi al Raimondo quanto avevamo speso per tangenti, lui mi riferì che ci eravamo attestati su una quota di circa 500 milioni, che dovevano però essere intese come anticipazioni e che dopo l’aggiudicazione avremmo dovuto pagare la rimanente quota”. Il 9 novembre del 1999 il pm Sturzo iscrive ancora Schifani per associazione mafiosa e altri 9 reati, tra i quali il concorso in corruzione, concussione e abuso di ufficio “in relazione all’acquisto dei decreti di finanziamento e al pilotaggio dell’asta inerente l’appalto per la metanizzazione della città di Palermo e in particolare agli accordi raggiunti con Cosa Nostra per l’assegnazione della gara a un gruppo di imprese collegate con l’organizzazione mafiosa e agli accordi economici successivi per l’affidamento di noli autorizzati a imprese facenti capo direttamente o indirettamente a Cosa Nostra”. Trascorrono due anni e la Procura stralcia alcuni indagati, che verranno arrestati nel 2003 per bancarotta aggravata dal favoreggiamento alla mafia e manda in archivio il filone principale. L’appalto della metanizzazione è salvo. Nessun reato nemmeno per Schifani: “considerato che in base alle dichiarazioni dei collaboratori e all’attività di riscontro del Gico non è stato addirittura possibile ricostruire in concreto quali interessi specifici o quali condotte in concreto abbia tenuto” i pm Lia Sava e Sergio Lari chiedono di archiviare “lo Schifani che è menzionato solo dal Lanzalaco come soggetto che avrebbe fatto parte di un gruppo che a Parma avrebbe redatto i patti parasociali per il contratto di appalto”. [fine]
Non finisce di stupire il passato di Renato Schifani. Il presidente del Senato è stato indagato dal 1996 dalla Procura di Palermo per associazione mafiosa e un’altra decina di reati. Al termine di un complesso iter, la sua posizione è stata archiviata nel 2002. La vicenda prende origine dalle dichiarazioni del pentito Salvatore Lanzalaco e, al di là della sua irrilevanza penale, merita di essere riportata perché comunque descrive l’ambiente dal quale proviene il primo presidente del Senato indagato (e prosciolto) per mafia. I politici mettevano a disposizione i finanziamenti, le imprese si accordavano in modo da fare vincere una di loro, la mafia eseguiva i subappalti e incassava anche una tangente, come anche i politici. Lanzalaco racconta quello che sa su decine di gare. Il 18 dicembre del 1996 il collaboratore di giustizia viene sentito dal pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo Gaspare Sturzo sulla metanizzazione di Palermo. La gara da 140 miliardi di vecchie lire è stata aggiudicata il 14 dicembre del 1993 all’associazione temporanea di imprese capeggiata dalla Saipem di Milano e composta da Bonatti di Parma, Mediterranea Costruzioni Srl di Roma e Consorzio Emiliano Romagnolo (Cooperative bianche) che a sua volta girava il 10 per cento della sua quota del lavoro a due società siciliane: Cogepa e Climega. Secondo Lanzalaco la gara era stata truccata a suon di mazzette. Lanzalaco racconta che nell’accordo era inclusa una percentuale dell’1,5 per cento per la mafia e il suo socio Riccardo Savona (ora consigliere regionale) gli riferiva le lamentele della mafia a causa del mancato pagamento da parte delle imprese del nord. Lanzalaco racconta poi di essere andato a Parma a discutere prima dell’aggiudicazione con gli imprenditori della Bonatti sulla spartizione dei lavori. In questo contesto fa il nome di Schifani. “Altri documenti che ho predisposto- spiega Lanzalaco ai pm – riguardavano i cosiddetti patti parasociali che dovevano servire nella gestione del lavoro successivamente all’aggiudicazione dell’appalto della metanizzazione all’Ati composta da Saipem, Bonatti, Mediterranea e Cer, nella trasformazione della stessa in consorzio con la divisione delle quote dei lavori. Il Raimondo mi presentò tale Avvocato Schifani Renato come un esperto del ramo. L’ho conosciuto per la prima volta a Parma quando ci recammo lì come ho detto nei precedenti verbali, nella sede della Bonatti e ricordo che fu lo Schifani assieme ai legali della Bonatti a preparare i patti parasociali. Lo Schifani era a conoscenza di tutte le fasi illecite di gestione della gara, e mi risulta che fosse molto inserito tra i consulenti del Comune di Palermo”. Sulla base di queste e altre dichiarazioni di Lanzalaco, Schifani e altre 30 persone furono iscritte nel registro degli indagati il 13 marzo del 1996 per associazione mafiosa e altri reati. L’inchiesta fu archiviata nel marzo del 1998 ma quando a dicembre del 1998 il Gico della Finanza consegna finalmente l’informativa con alcuni riscontri, la Procura iscrive nuovamente Schifani e compagni. Il Gico scoprì che le ruspe erano di soggetti come il cugino del boss Salvatore Cancemi, Vincenzo Cancemi, e di una società di di Vito Buscemi, arrestato e sottoposto a misure di prevenzione. Buscemi – per una coincidenza della quale gli investigatori non si sono accorti – abita nel palazzo di via D’Amelio costruito dalla cooperativa Desio nella quale Schifani e Buscemi sono stati soci per breve periodo prima di diventare condomini. Le Fiamme gialle recuperano anche l’elenco dei passeggeri dei voli Palermo-Bologna nel periodo precedente all’assegnazione della gara, quando Lanzalaco sosteneva di avere lavorato con Schifani ai patti sociali tra emiliani e siciliani. Nell’informativa si riporta l’elenco dei passeggeri del volo del 29 ottobre 1993: Schifani era seduto accanto ai fratelli Michele e Aldo Raimondo. Michele, morto nel 1995, era il politico Dc che aveva garantito a Lanzalaco e ai suoi amici “una quota di 5 miliardi di lire sui lavori della Bonatti”. Mentre Aldo era l’imprenditore che – sempre secondo Lanzalaco – andava in giro con le valigette piene di soldi per i consiglieri comunali. Secondo il pentito: “Quando chiesi al Raimondo quanto avevamo speso per tangenti, lui mi riferì che ci eravamo attestati su una quota di circa 500 milioni, che dovevano però essere intese come anticipazioni e che dopo l’aggiudicazione avremmo dovuto pagare la rimanente quota”. Il 9 novembre del 1999 il pm Sturzo iscrive ancora Schifani per associazione mafiosa e altri 9 reati, tra i quali il concorso in corruzione, concussione e abuso di ufficio “in relazione all’acquisto dei decreti di finanziamento e al pilotaggio dell’asta inerente l’appalto per la metanizzazione della città di Palermo e in particolare agli accordi raggiunti con Cosa Nostra per l’assegnazione della gara a un gruppo di imprese collegate con l’organizzazione mafiosa e agli accordi economici successivi per l’affidamento di noli autorizzati a imprese facenti capo direttamente o indirettamente a Cosa Nostra”. Trascorrono due anni e la Procura stralcia alcuni indagati, che verranno arrestati nel 2003 per bancarotta aggravata dal favoreggiamento alla mafia e manda in archivio il filone principale. L’appalto della metanizzazione è salvo. Nessun reato nemmeno per Schifani: “considerato che in base alle dichiarazioni dei collaboratori e all’attività di riscontro del Gico non è stato addirittura possibile ricostruire in concreto quali interessi specifici o quali condotte in concreto abbia tenuto” i pm Lia Sava e Sergio Lari chiedono di archiviare “lo Schifani che è menzionato solo dal Lanzalaco come soggetto che avrebbe fatto parte di un gruppo che a Parma avrebbe redatto i patti parasociali per il contratto di appalto”. [fine]
mercoledì 11 gennaio 2012
CRUMIRI A PUNTA RAISI
[Acqua
passata nun macina mulinu. Acqua
passata non fa macinare il mulino. Ciò ch'è stato non serve più. Frase siciliana]
I minuti passano, così come passano i giorni e lo sciopero del 27/1 si
avvicina. La Cgil e la Cisl preoccupate e spaventate dallo sciopero, proclamato
da Ugl e Cisal, chiedono un incontro urgente alla Gesap. La Cgil e la Cisl (vorremmo
tanto conoscere l’opinione della Uil) sono fortemente preoccupate per
l’andamento dell’attività dello scalo di Palermo frutto della crisi in atto e
disorientate per il diffondersi di notizie circa l’incertezza del suo futuro
produttivo a cui si aggiungono quelle di una ipotizzata privatizzazione del gestore
aeroportuale a seguito della probabile vendita delle quote da parte del comune
e della provincia di Palermo. La Cgil e la Cisl chiedono, praticamente, alla
Gesap delle risposte anche sul futuro della Gh Pmo, azienda controllata dalla
Gesap. Preoccupazioni legittime ma proprio per questo ci chiediamo per quale
motivo non hanno aderito allo sciopero visto che hanno seguito tutta la
procedura di raffreddamento? La nostra è una domanda retorica e conosciamo la
risposta. Ci auguriamo che gli iscritti alla Cgil e alla Cisl giorno 27, in
maniera autonoma e libera, decidano di aderire allo sciopero … e tanti saluti a
Panettino e Moncada …
Mafia sempre più potente
[È
meglio fare e pentere che starsi e pentirsi. Giovanni Boccaccio] La
mafia si conferma “il più grande agente economico del paese in grado di muovere
un fatturato che si aggira intorno ai 140 miliardi di euro con un utile
superiore ai cento miliardi”. È quanto
emerge dal rapporto di Sos Impresa, “Le mani della criminalità sulle imprese”,
che sottolinea: “Mafia spa è la prima banca d'Italia, con 65 miliardi di euro
di liquidità”. Dai bar ai ristoranti, dai negozi ai mercati e ai venditori
ambulanti, fino agli alberghi, sono sempre di più le imprese commerciali
colpite dalla criminalità organizzata. “Il solo ramo commerciale della
criminalità mafiosa e non, che incide direttamente sul mondo dell'impresa -
secondo il rapporto di Sos Impresa - sfiora i cento miliardi di euro, pari a
circa il 7% del pil nazionale”. Bar, ristoranti, negozi, alberghi, e tutte le
imprese del commercio “subiscono 1300 reati al giorno, praticamente 50 ogni
ora, quasi un reato al minuto”. È quanto
mette in evidenza il presidente di Confesercenti, Marco Venturi, presentando il
rapporto di Sos Impresa. “Sono oltre un milione - aggiunge Venturi - gli
imprenditori vittime di un qualche reato, ovvero un quinto degli attivi”. I
prezzi della frutta e verdura triplicano (+200 per cento) dal campo alla tavola
anche per effetto delle infiltrazioni della malavita nelle attività di
autotrasporto, messe in luce da recenti operazioni delle forze dell'ordine. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare
che la lievitazione dei prezzi è uno degli effetti della presenza della
criminalità organizzata nel settore alimentare in un Paese come l'Italia dove
oltre l'86 per centro dei trasporti commerciali avviene su gomma e la logistica
incide per quasi un terzo sui costi di frutta e verdura. Il volume d'affari
delle agromafie, ovvero delle attività della criminalità organizzata nel solo
settore agroalimentare, ammonta oggi - sottolinea la Coldiretti - a 12,5
miliardi di euro (il 5,6 per cento dell'intero business criminale). Le imprese
agricole e i consumatori - precisa la Coldiretti - subiscono l'impatto
devastante delle strozzature di filiera su cui si insinua un sistema di
distribuzione e trasporto gonfiato e alterato troppo spesso da insopportabili
fenomeni di criminalità che danneggiano tutti gli operatori. L'effetto è un
crollo dei prezzi pagati agli imprenditori agricoli, che in molti casi non
arrivano a coprire i costi di produzione, e un ricarico anomalo dei prezzi al
consumo che raggiungono livelli tali da determinare una contenimento degli
acquisti in un Paese come l'Italia che ha la leadership europea in quantità e
qualità nell'offerta di ortofrutta.
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